Per fare un film sull’Iran stando fuori dall’Iran Ana Lily Amirpour è andata nei dintorni di Los Angeles in una vecchia città vicino ad una fabbrica e ha girato in bianco e nero anamorfico con un contrasto molto pronunciato, pieno stile Jarmusch insomma. Ha così dato vita ad una lugubra e solitaria storia di vampiri in una fantomatica città iraniana (Bad City), tutta musica, apparizioni, tenerezze e un’idea visiva che fa impressione per intelligenza e capacità. Il vampiro al centro del film è una ragazza un po’ hipster, molto sognatrice ma irrimediabilmente succhiasangue che esce di notte in cerca di prede muovendosi su uno skate, ovviamente esce coperta dal chador che tuttavia, inquadrato dall’autrice, ha lo stesso ruolo del mantello nell’iconografia classica di Dracula: il manto nero che copre il corpo e confonde con la notte.

É ovvio che siamo dalle parti di Lasciami entrare (e ovviamente di Jarmusch, come già detto, anche grazie ad un uso intelli...