Fin dal trailer si era capito che Kevin Smith ha preso L’isola del dr. Moreau e ha cercato di farne un film suo, nello stile inaugurato da Red State. Quel che la visione completa di Tusk aggiunge è che oltre allo spunto di un uomo che viene trasformato chirurgicamente in tricheco non c’è molto altro. Certo la maniera in cui come un avvoltoio Kevin Smith gira intorno al tema è da manuale, imbastisce un discorso pieno di piccole deviazioni e goduriose ellissi che allungano un brodo altrimenti molto striminzito nel quale galleggiano personcine dalla evanescente personalità. Non c’è insomma una struttura forte a mantenere viva la fiamma del film come accadeva in Red state, qui questa si spegne quasi subito allo svelamento della creatura e rimane solo il divertimento gestito da una persona che sa come far passare il tempo.
Ed è un peccato perchè è evidente dalla contestualizzazione della vicenda (la vittima cade prigioniera durante un viaggio in Canada) come ci sia la volo...
Il grandissimo mestiere di Kevin Smith gli consente di girare intorno al tema di Tusk a furia di ellissi e variazioni ma alla fine quel che rimane è poco
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