Erano 23 anni che non faceva film Jodorowsky e per il grande ritorno ha scelto di raccontare la sua storia perchè ritiene sia densa d’elementi che anche le altre persone hanno esperito. Lo fa per trovare qualcosa dentro di sè e provare a replicarlo negli altri, lo fa scartando il suo solito stile e trovandone un altro, molto debitore dell’immaginario di Fellini, in cui mette in scena atti psicomagici e atti poetici. In questo senso non tutto fila e l’impressione è di essere di fronte al racconto di diversi atti, un racconto di racconti che non sempre s’intersecano bene l’uno con l’altro e non creano un tutto omogeneo. È però fuori di dubbio che La danza della realtà riesca in diversi momenti a trovare strade inedite che conducono a quel che Jodorowsky vuole dire, stupisce con idee innovative e in certi momenti con idee classiche ma dalla fattura suprema.

La storia è quella del piccolo Alejandro che vive in un villaggio del Cile, è un bambino sensibil...