Primer ha fatto proseliti in 10 anni, sebbene lentamente, e sempre di più sono i film che giocano con la ricorsività di presente e passato che cioè imbastiscono trame che abbiano a che vedere con il rapporto che la possibilità di vedere o abitare il futuro ha con l’influenza sul presente. Time lapse parte da un presupposto di una semplicità disarmante: tre ragazzi scoprono che nella casa di fronte alla loro c’è una fotocamera puntata sulla finestra del loro salotto, la quale ogni giorno scatta una foto, ma la foto non registra gli eventi di quel momento quanto quel che avverrà esattamente 24 ore dopo. Ogni giorno possono avere una foto del loro salotto il giorno dopo, possono quindi pianificare di lanciare a se stessi messaggi ed effettivamente vederli già nelle immagini del futuro.

Alla partenza sembra che il modello su cui Bradley King ha costruito il suo film siano i film più moderni di Joe Dante, le avventure adolescenziali che mirano a divertire, senza però la forza de...