Arriva in Italia con una strana nomea di “cult” Turbo Kid.

Strana perché il film non è uscito in quasi nessun paese (tranne America e Giappone) ma nel corso dell’anno è diventato il beniamino dei festival a partire dal Sundance e dal South by Southwest. Insomma è un cult punto e basta, nonostante ci vorrebbe almeno qualche anno per poter assegnare quest’aggettivo, lo stesso Turbo Kid è un cult, forse meglio dire un instant cult, uno di quei film che può meritare la nomea già alla prima visione, perché è pensato per essere tale, è fatto a misura di venerazione di nicchia.

L’idea è girare oggi un film in stile anni ‘80 smaccato, così smaccato da esserne al tempo stesso parodia, girarlo con un budget inesistente (la bruttezza e la monotonia delle location sono da record) ma infondergli una tale dose di nostalgia per un cinema kitsch esagerato, un po’ scemo e oggi improponibile per questi stessi motivi, da renderlo un beniamino delle folle che amano vedere riflessa nei film la propria cono...