Non si può dire che Sinister 2 non ce l’abbia messa tutta per non somigliare al primo film.

Derrickson e Cargill, gli sceneggiatori già dietro al successo meritato del primo film (in quell’occasione il primo era anche regista e la differenza si vede), si sono sforzati di animare una creatura diversa, che prende le mosse da quella storia ma con altri protagonisti, che ne continua la mitologia, ma diversamente, addirittura con un tono opposto, più ironico, giocoso e consapevole di molte convenzioni horror.

Peccato che l’idea vada nella direzione peggiore immaginabile. È facile in un caso simile (cambia solo il regista e non gli sceneggiatori) dare la colpa al nuovo venuto, ovvero Ciaran Foy la cui idea di orrore è abbastanza discutibile e puerile, simile a quella di qualcuno che non abbia mai avuto davvero paura, la verità però è che questo è un film Blumhouse che esce fuori dai canoni della casa che ha rivitalizzato l’horror e all’improvviso sembra non sape...