Un eroe springsteeniano della classe operaia.
Così Tony Stark definisce Peter Parker.

Forse “classe operaia” è una forzatura della traduzione italiana (probabilmente era “working class hero”), suona male in bocca ad un americano, ma rende bene uno dei molti contrasti di questo film. Magari non è proprio ciò che un fan dell’Uomo Ragno avrebbe detto dell’eroe, ma suona giusta: Spider-Man: Homecoming fa di tutto per tenere l’Arrampicamuri su basi springsteeniane, dentro un quartiere periferico, irrequieto perché sogna qualcosa di più grande, appoggiato alle ragazze, in lite con i padri delle ragazze, sempre lì lì per fuggire da un contesto che odia a parole (perché sogna di più) ma che in fondo ama e da cui fatica a separarsi. Un altro modo di dire “amichevole Uomo Ragno di quartiere” (che pure verrà detto più volte nel film). Un altro modo di spiegare come, di nuovo, i Marvel Studios abbiano centrato perfettamente l’adattamento cinematografico di un loro personaggio, contemporaneamente r...