Fixeur
di Adrian Sitaru
22 marzo 2018
Non è un film di giornalismo o di caccia Fixeur nonostante tutto, nonostante la propria trama e l’oggetto della ricerca del protagonista, per l’appunto il “fixeur” del titolo, cioè uno che nonostante sia giornalista quando ha per le mani un colpo grosso, per aumentare il guadagno (economico e personale), preferisce fare da intermediario per un altro giornalista più grande nella caccia ad una ragazza (rumena come lui) che è stata vittima della tratta delle minorenni ma ora ha denunciato chi l’aveva rapita e sfruttata. Cosa sia questo film lo si scopre verso la fine, senza colpi di scena o twist (dettaglio che dimostra una padronanza incredibile della sceneggiatura e delle teste del pubblico) ma bensì proprio quando l’agognatissima intervista sta per essere realizzata. Ed è un colpo.
Sitaru mette insieme vita privata e professionale di questo giornalista-fixeur, il figlio piccolo nuotatore in erba che lui spinge a dare il meglio, ad eccellere, ad arrivare primo alle gare e non ad acconte...
Una sceneggiatura inesorabile filmata con la calma di chi ha le idee chiarissime. Fixeur è un film che porta tutti a mettere in dubbio le proprie certezze
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