C’è un fantastico paradosso cinematografico alla base di The French Connection, ovvero il fatto che il film sia il controcampo logico di Il braccio violento della legge. La storia (vera) raccontata è la medesima, quella dell’invasione americana della mafia marsigliese e della sua cocaina, ma il punto di vista è un altro, non quello statunitense (la destinazione) ma quello francese (l’origine).
Friedkin aveva usato quella storia per un film durissimo di frustrazione e disperazione, tenacia e paura d’impotenza, Jimenez invece ne fa un poliziesco storico tipico di questi anni, una ricostruzione molto in linea con quelle delle altre mafie o figure criminali europee viste in Nemico Pubblico n.1, Carlos, La banda Baader Meinhof, Romanzo criminale e via dicendo, in cui la coppia Dujardin-Lellouche dovrebbe essere il vero elemento di originalità.

Per raccontare la storia infatti Jimenez sceglie di partire dalle grandi individualità che si confrontano su lati opposti del...