È senza dubbio uno dei migliori “creatori di mondi” che ci siano Stephen Frears. Non ha la fantasia malata di Terry Gilliam ma ama, mantenere i piedi per terra lui, eppure i due si somigliano più di quanto non si potrebbe credere, entrambi hanno la capacità di ordire una messa in scena di diabolica precisione, così perfetta, coerente e inattaccabile da fornire l’impressione di aver girato un documentario all’interno del mondo che invece hanno creato da zero. Frears ricrea luoghi possibili, ambienti reali e interazioni plausibili, non inventa niente (in teoria) ma ricostruisce il reale, eppure questo suo “falso” è reso credibile dallo scorrere degli eventi. Non sono quindi i suoi quadretti a stupire ma la maniera in cui il flusso del racconto rende invisibili le maschere, il trucco, la scenografia, il montaggio e tutto quello che di finto esiste nel cinema.

Mancanza di storia, mancanza di retroscena ma anche mancanza di dettaglio

Proprio per questo mo...