Non è nell’umorismo che difetta Fabio De Luigi, non è cioè nella scelta di quali tratti della realtà deformare per scatenare la risata, per sottolinearne il ridicolo o per prenderla in giro, anzi quello forse è l’aspetto migliore di tutto il suo primo film da sceneggiatore e regista, Tiramisù. Quello che invece lo rende un abbozzo pieno di problemi e difficile da seguire, incapace di coinvolgere realmente e alla fine deludente, è proprio il fatto che a dirigerlo non ci sia un regista. Il passaggio dell’attore dietro la videocamera si sperava fosse motivato da qualche idea o spalleggiato da una conoscenza della narrazione di commedia. A giudicare dai risultati però non è così.
Forse addirittura è proprio la bontà di certe idee umoristiche, dell’universo grottesco, ad enfatizzare ancora di più cosa non vada in Tiramisù. De Luigi, che in televisione aveva incarnato diversi tipi di comicità, al cinema è sempre vittima, sul suo corpo è stato cucito molto bene questo personaggio, così tanto ...
L'esordio da regista di Fabio De Luigi delude. Tiramisù ha l'ironia giusta ma non riesce ad essere commedia, non crea mai una vera storia intorno alle gag
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