Lui era un bambino prodigio – con padre insensibile – che all’Esposizione Universale di New York del 1964 portò un jetpack di sua invenzione entusiasmando un bambina compunta sosia di Audrey Hepburn al punto da sceglierlo per entrare nel regno dei sapientoni, anche detto Tomorrowland (una sorta di Repubblica platonica dove per abitarci devi essere un genio).

Lui si chiama Frank.

Invecchierà male e diventerà un solitario burbero chiuso in una casa fortino – con tanto di ologramma di cane da guardia e fantascientifici sistemi di difesa – che sarebbe divertente immaginare nel momento dell’allestimento casalingo (ha fatto tutto Frank o ha chiamato degli operai iperspecializzati?).

Lei è un’adolescente prodigio (ma solo perché alza sempre la mano a tutte le lezioni ammorbando i prof?) con padre ipersensibile e fratellino sagace che vorrebbe impedire lo smantellamento dalla rampa di lancio di Cape Canaveral dove il babbo effettua delle riparazioni di...