I film di Todd Phillips sono l’esaltazione dell’essere giovani e scemi, la celebrazione di un’eterna vena autodistruttiva che sembra non finire mai. Non si tratta sempre di adolescenza nel senso anagrafico ma più intellettuale. Quando non prevedono dei veri ragazzi i suoi film hanno a che vedere con adulti che si comportano come ragazzi (Alan di Una Notte da Leoni, è l’apoteosi malata di questo). Per questo Trafficanti si pone subito come la summa della sua filmografia, il racconto esagerato di un fatto vero, di veri ragazzi, poco più che ventenni, finiti in una situazione incredibile in cui hanno vissuto un’avventura da gita del liceo ma nel più pericoloso dei luoghi e nelle congiunture legali più rischiose che ci siano, rischiando di distruggere se stessi e tutto quello che hanno intorno.

C’è questo nelle premesse della storia vera di David Packouz e Efraim Diveroli, l’assurdità di due scemi di poco più di 20 anni alla ricerca del piacere che riescono a farsi dare 300 milioni di doll...