La Vendetta di un Uomo Tranquillo
di Raúl Arévalo
30 marzo 2017
Ci sono due film in uno dentro La Vendetta Di Un Uomo Tranquillo e la maniera in cui dialogano è ciò che anima l’atmosfera di una vita vissuta senza poterla mai godere.
Il cinema di vendetta, quello classico, è fatto di tensione e rilascio, cioè di una terribile vendetta perpetrata, cercata e bramata lungo tutto il film che ha senso in virtù di una tensione solitamente accumulata in anni. Tra l’atto che motiva la vendetta e il tentativo di perpetrarla che seguiamo c’è sempre un’interruzione, del tempo che è passato e in cui è stato covato rancore. Quel tempo è spesso saltato, suggerito, implicato, La Vendetta di Un Uomo Tranquillo invece lo rende esplicito e lo indaga.
Il cinema di vendetta, quello classico, è fatto di tensione e rilascio, cioè di una terribile vendetta perpetrata, cercata e bramata lungo tutto il film che ha senso in virtù di una tensione solitamente accumulata in anni. Tra l’atto che motiva la vendetta e il tentativo di perpetrarla che seguiamo c’è sempre un’interruzione, del tempo che è passato e in cui è stato covato rancore. Quel tempo è spesso saltato, suggerito, implicato, La Vendetta di Un Uomo Tranquillo invece lo rende esplicito e lo indaga.
Dopo una rapina andata male (ma il pianosequenza che la mostra è bellissimo) in cui muore la moglie del protagonista, questi tenta di rifarsi una vita, lasciando però che dentro di lui monti la rabbia per l’evento. Questo periodo in cui vagare, cercare altre persone con cui poter stare, altre vite possibili da vivere e u...
Un piccolo terremoto nel genere del cinema di vendetta, La Vendetta di Un Uomo Tranquillo, cambia gli addendi e così scombina tutto con classe
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