Poche cose sono più interessanti della maniera in cui il potentissimo e vario cinema cinese rielabora i generi americani, adattandoli al proprio stile e al racconto della sua società. In particolare Dearest è un film di rapimenti, in cui all’inizio un bimbo di 4 anni viene preso da qualcuno e i genitori (divorziati) iniziano il consueto viaggio alla ricerca disperata. Il genere hollywoodiano avrebbe previsto la sostituzione dei genitori alla polizia e l’investigazione individuale con relativo abbrutimento umano (l’ultimo esempio è Prisoners ma anche Ransom non è diverso), invece Dearest stupisce, sterza più volte e nel raccontare una storia vera spiazza di continuo lo spettatore.
La missione rimane sempre la stessa, lo strappo della lacrima, e in nome di questo vengono compiute diverse aberranti scelte melodrammatiche o viene forzata in più punti una trama altrimenti molto precisa e puntuale. Lo scopo, va detto subito, è ampiamente raggiunto già nei primi 10 minuti ma...
Dal Festival di venezia la nostra recensione di Dearest
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