Invito a cena con delitto.
Si cerca di uccidere il mito di Diego Armando Maradona e per farlo serve lui: Lionel Messi, il quattro volte di seguito vincitore del Pallone d’Oro cui manca, per ora, solo il Mondiale.
Questa estate c’è andato vicino.
Gli invitati a cena sono tantissimi, forse troppi.
Amici d’infanzia di Rosario, città argentina calciofila dove Messi cresce istigato a diventare “il calciatore più forte del mondo” dalla nonna tifosa purosangue, preparatori atletici, dirigenti sportivi, compagni di squadra del Barcellona, giornalisti, ex compagni di squadra del Newell’s Old Boys, guru del calcio come Valdano, Cruyff, il ct della nazionale argentina Alejandro Sabella e infine lui, il più pittoresco e raffinato nell’eloquio: César Luis Menotti, allenatore dell’Argentina campione del mondo nel 1978 pronto a citare Dio e La Gioconda quando si parla di campioni di calcio. Alla regia lo spagnolo Álex de la Iglesia, qui a Venezia anche ...