Dopo Atom Egoyan e Robert Guediguian tocca a Fatih Akin affrontare l’odissea di quel genocidio armeno per mano dei turchi accaduto a ridosso della I Guerra Mondiale e ufficialmente preso come punto di riferimento da Adolf Hitler per replicarlo in occasione dell’Olocausto.

Akin, di casa ormai ai Festival e vincitore giovanissimo di un Orso d’oro per il meraviglioso La sposa turca poi bissato da altri premi importanti a Cannes e Venezia, decide di raccontare con The Cut la storia del massacro degli armeni da parte dell’Impero Ottomano attraverso le avventure di un fabbro felice e con bella famiglia, dal 1915 al 1923.
Si chiama Nazaret e porta una croce sul polso.

Presto la porterà anche sulla schiena per un calvario lungo otto anni.

Lo interpreta il di solito bravissimo Tahar Rahim, qui un po’ troppo imbambolato e caricaturale nelle espressioni nonché drammaticamente troppo giovane per il ruolo. Strano perché Rahim, daitempi de Il profeta, sembra sempre dimo...