Nomen omen. Eh già, perché osceno è l’unico appellativo che l’ultimo lavoro di Renato De Maria, presentato oggi al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti, merita di ricevere. Il film si propone d’essere una biografia psichedelica del poeta Aldo Nove – che nel film si chiama Andrea – rimasto orfano di padre e con una madre malata terminale e, come se non bastasse, demenzialmente hippy (interpretata da Isabella Ferrari, compagna del regista). Hippy nel senso che corre nei campi felice, in pace con la natura circostante, seguita a un palmo di mano dal figliuolo, che superata da un pezzo l’adolescenza si comporta come se fosse appena uscito dall’asilo nido.

La tragedia della malattia stravolge la vita del giovane, e con esso anche la vita del film, che passa nel giro di un paio di battute dall’essere semplicemente brutto all’essere ridicolo in ogni singola inquadratura, frase, gemito o dissolvenza. Il tutto accompagnato dalla voice...