L’unico tratto in comune tra A Single Man e Animali Notturni, cioè tra il primo e il secondo film di Tom Ford, sono i capelli e gli interni, ovvero una protagonista dalla chioma rossa, insoddisfatta da un matrimonio con tradimento, che si trastulla in case pazzesche, ville fantastiche dal lusso mai nascosto. Lì eravamo negli anni ’60, qui siamo nel presente (e forse per questo fa ancora più impressione la presenza di un caposervitù nella casa della protagonista). Da questi capelli rossi e da quel lusso discende tutto, il fascino e i problemi, la sofferenza e le esigenze. Sarebbe da pazzi negare che un approccio simile ad un film non sia affascinante, che non sia interessante avere una storia che è figlia dei colori e delle forme, degli interni e degli accessori, come delle auto e dello sfarzo. Quel film interessante però non è Animali Notturni.

Amy Adams, la cosa migliore del film (di nuovo) è una donna con un matrimonio alle spalle, che riceve la bozza del romanzo del suo ...