C’è un dolce inizio nello stile della commedia di Howard Hawks in Suburbicon, la quiete di una cittadina con villette a schiera, il postino che saluta tutti, mogli ben vestite, bambini in bici e una specie di carrello che funziona anche da establishing shot. La forza sta nella maniera in cui quest’inizio da commedia anni ‘30 (stile resto vivo soprattutto dalla musica di Alexandre Desplat) sfoci in qualcosa impossibile per l’epoca: un bug nel sistema. La nuova famiglia arrivata a Suburbicon non è bianca!

In realtà proprio questa quiete, proprio quest’ordine e questo mondo ideale sono l’obiettivo nel mirino del film. Il mito dell’America di una volta svelato per la truffa che è. Non il momento migliore del paese ma uno in cui sotto il tappeto bruciava la peggior intolleranza possibile.

Infatti in questo paesino che ha la mostruosa adesione alla perfezione, alla pulizia e al conformismo della cittadina di Edward Mani Di Forbice e lo stile architettonico del sobborgo di A Serious Man