Quella di un uomo che diventa donna attraverso la chirurgia è una storia di trasformazione e carne, una che unisce la testa (chi vuole fare questo passaggio lo fa perchè si percepisce in maniera diversa da quello che è) e il fisico in una dissonanza sempre più intollerabile. E intollerabile davvero doveva esserlo per il pittore Einar Wegener, che nella Danimarca di inizio novecento scopre di non poter più resistere nei panni di uomo dopo aver provato a fare la donna per gioco con sua moglie. I medici a cui si rivolge per placare il dolore che prova gli danno del matto e prescrivono cure medioevali, fino a che uno non gli proporrà la sperimentale idea di una chirurgia che asporti ciò che c’è di troppo e al suo posto poi importi il sesso femminile.
La maniera in cui Tom Hooper decide di mettere in immagini questa storia, cioè di riempirla di quei dettagli che fanno un film (dai costumi patinati, alla fotografia stereotipicamente pittorica fino alle interpretazioni ovviamente curati...
Privato di tutto il turbamento carnale e del dominio del corpo sulla testa, The danish girl racconta il cambio di sesso senza sessualità, solo con la testa
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