È la trasposizione numero 4 dell’omonimo romanzo di Thomas Hardy e non si vuole inventare niente.

Tamara Drew, qualche anno fa, aveva fatto l’opposto. Ispirandosi ad un fumetto che si ispirava al romanzo, aveva trasportato la vicenda ai giorni nostri e aveva cambiato completamente stile e tono. Aiutato dal fatto di avere Stephen Frears alla regia, a garantire un perfetto bilanciamento di equilibri narrativi, quel film aveva cercato non tanto “la versione moderna” per costumi e tecnologie ma la possibilità di prendere quell’intreccio sentimentale, o meglio quella situazione sentimentale, e svilupparla a partire dalle idee contemporanee sul rapporto tra sessi. Via dalla pazza folla, versione Vinterberg, invece sceglie un ibrido fastidioso unendo la fedeltà dell’ambientazione e dei toni alla modernità dei rapporti.

Facendo finta che uomini e donne possano essere più liberi di quanto non lo fossero e che le differenze tra classi fossero meno importanti d...