Ogni tanto, fa bene leggere Vanity Fair. Ovviamente, non mi riferisco all’edizione italiana, piena di firme ‘prestigiose’ (si fa per dire) e ultragossipara, quanto a quella americana. Nel numero di marzo di quest’anno, che come tradizione è dedicato agli Oscar, c’è un ritratto straordinario di Pat Dollard. Fino a poco tempo fa, era uno degli agenti più potenti di Hollywood e rappresentava registi come Steven Soderbergh. Poi, in seguito a diversi problemi di alcool e droga, affronta una sorta di crisi mistica, che lo porta a recarsi in Iraq, dove segue da vicino le truppe americane. E quando si dice da vicino, non ci si riferisce a certi giornalisti che rimangono chiusi in albergo e si fanno portare le notizie assieme al servizio in camera. Dollard va sul campo per riprendere le opinioni dell’esercito e soprattutto le azioni di guerra più feroci, tanto che in una missione due soldati vengono uccisi, mentre lui si salva per ...