Fonte: Techdirt

Il titolo del post è 'leggermente' enfatico: The Death of Journalism (Gawker Edition), 'La morte del giornalismo (edizione Gawker)'. Se di morte del giornalismo se ne parla spesso, il fatto che a 'dare la coltellata' sia il celebre sito newyorchese è interessante. Ma come è riuscito Gawker in un'impresa così complicata e ardua (mi verrebbe da dire, anche meritoria, ma lasciamo perdere), peraltro ai danni del quotidiano che ha fatto scoppiare il Watergate?

Semplice, ha preso un articolo del Washington Post e con questo ha costruito un proprio pezzo. Facendo finta che fosse materiale originale (cosa che eventualmente farebbe incavolare anche me e in passato, come forse ricorderete, ci è successo)? Assolutamente no e infatti si possono trovare ben tre link all'articolo originale, compreso quello in fondo al pezzo, che non lasciano dubbi in merito al mezzo di informazione principale. Va anche detto che il tono è completamente diverso: l'articolo del Washington Post è assolutamente classico, quello di Gawker molto più ironico per quanto riguarda la protagonista della storia raccontata.

Ian Shapira, l'autore del pezzo, in un primo momento era ben felice di venire citato su Gawker, considerando l'importanza di questo sito. Ma poi il suo capo gli ha detto che si trattava di un furto e lui ha cambiato idea, ritenendo che il suo lavoro fosse stato saccheggiato. Il problema è francamente grottesco, tanto che chiunque abbia un sito si può mettere a ridere. Chi scrive non è mai stato citato da Gawker, ma di articoli ripresi dai siti americani Badtaste ne ha ricevuti parecchi. Certo, in alcuni casi venivano riprese immagini esclusive e quindi il beneficio era 'ridotto', ma sempre notevolissimo, sia in termini di pubblico che arrivava sulle nostre pagine, sia di credibilità/visibilità. Rinunciare a questa manna è come rinunciare a Google News: una follia.

Follia enorme soprattutto nel caso di una notizia diffusa gratuitamente sul proprio sito. Capirei se il contenuto fosse a pagamento (come avviene in parte per il Wall Street Journal), ma quando si passano comunque gratuitamente queste informazioni, cosa si vuole fare? Non è meglio ricevere un po' di traffico e suscitare interesse piuttosto che passare inosservati? In realtà, quello che vorrebbero certi giornali è un link del tipo "C'è una bella storia sul Washington Post", fine. Ok, magari una volta può funzionare e forse qualcuno riesce a incuriosire il lettore. Ma non è meglio farlo nel modo adeguato, fornendo delle informazioni per aumentare la possibilità che un lettore vada sul sito originale? O si pensa che ci sia un limite alle citazioni, oltre il quale il lettore di cliccare sul link non ci pensa proprio (cosa vera nel caso di contenuti ripresi interamente, ma non è certo questa la situazione).

Ci si chiede peraltro come mai tanti giornalisti si sentano vittime, quando spesso sono loro i primi a 'rubare'. Provate a fare un semplice esperimento. Andate sui maggiori siti di informazione italiani (Repubblica e Corriere) e provate a vedere in quante notizie si cita correttamente la fonte, non tanto dichiarando qual è il mezzo di informazione che l'ha originata (ogni tanto capita, almeno se è un mezzo 'istituzionale'), ma soprattutto mettendo un link. Ecco, la differenza è questa: i link. Per molti colossi, sono un mezzo per perdere pubblico. Per chi invece lavora correttamente su Internet, sono invece una risorsa. Non è soltanto una questione morale (porto gente al sito di riferimento, come è giusto fare), ma soprattutto un modo per dare correttamente le notizie (il lettore può scoprire la fonte e valutare meglio l'attendibilità) e per creare una piattaforma che stimoli a 360 gradi l'utente.

Non è un caso che Luca Sofri (che solo in Italia potrebbe passare per un esperto di nuovi media, ma da noi basta saper utilizzare un Blackberry e avere un blog per esserlo), nel suo sito, si schieri a favore del Washington Post. D'altronde, stiamo parlando di un autore che non permette i commenti sul suo blog, tanto per capirci. Insomma, come solito i mass media tradizionali parlano di 'omicidio' o nel caso migliore di 'truffa' nei loro confronti. A me, continua a sembrare un suicidio…

 

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