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Fonte: Badtaste.it

Il nostro collaboratore-regista-inviato al Lido Giacomo Cimini, oggi, 10 settembre presenterà il suo corto La città nel cielo in Sala Perla intorno alle 19 (è l'ultimo titolo del programma dei corti) e oggi ci parla della sua esperienza, nonché del film Lebanon

Penso che possa essere utile a tutti quelli che vorrebbero fare cinema raccontare brevemente la storia del mio corto, soprattutto il modo in cui un lavoro che in condizioni normali sarebbe costato circa 200.000 euro, ne ha richiesti realmente un decimo (pagati al 15% dalla scuola e il resto tra investitori privati, fondi personali e sponsorizzazioni) grazie a varie condizioni speciali. Intanto, il fatto che io sia studente di una scuola di cinema a Londra, mi ha consentito non solo di trovare una troupe composta esclusivamente da studenti (non ci sono professionisti a tempo pieno), che hanno ricevuto soltanto un rimborso spese, ma anche di ottenere numerosi vantaggi fiscali. Per esempio, sebbene abbia dovuto assicurare le camere e i mezzi tecnici, non ho dovuto fare lo stesso con le persone, che erano già coperte in quanto studenti grazie alla Public Liability. Inoltre, ho ottenuto dei prezzi veramente favorevoli da tutti, in particolare gli studios di Cinecittà Umbria, dove è stato girato il nostro corto. Va detto però (cosa importante per chi vuole andare ai Festival) che il fatto di passare a Venezia ha richiesto spese supplementari importanti (intorno ai 4.000 euro) per realizzare la copia in digitale 2K, il materiale stampa e ovviamente il soggiorno in quel periodo.

Le riprese sono state un'esperienza notevole, considerando che Cinecittà Umbria è un luogo poco utilizzat, ma comunque di altissimo livello, in cui sono riuscito a ottenere quello che volevo e senza bisogno di qualche raccomandazione. Siamo rimasti così 5 giorni spostandoci sul set in bici (ci sentivamo quasi come Peter Jackson per Il Signore degli Anelli), con una troupe divisa equamente tra italiani e inglesi, e siamo riusciti a portare avanti questo progetto quasi completamente in Italia. Infatti, a parte le riprese, gli effetti speciali sono stati creati da una piccola società di Pescara chiamata The Shift e anche il sound design è stato realizzato in patria, mentre in Inghilterra è stato effettuato il montaggio e missaggio finale. I quattro attori erano tutti italiani, compresa la protagonista Valentina Izumi, che tra poco vedremo in Giallo di Dario Argento. Insomma, rimango convinto che in Italia le possibilità di fare qualcosa di diverso in Italia ci sarebbero, ma spesso manca la volontà.

Intanto, abbiamo trovato il secondo capolavoro della Mostra. E' Lebanon, una sorta di misto di Full Metal Jacket e del Coppola di Apocalypse Now. Novanta minuti precisissimi, che presentano una battaglia storica terrificante. L'idea è semplice: dei soldati all'interno del loro carro armato devono passare da un punto A a un punto B attraversando l'inferno, mentre noi li vediamo soltanto in questo spazio chiuso o assistiamo al mondo esterno attraverso il loro sguardo (quindi, molte cose orrende).

L'idea è assolutamente geniale, oltre a essere perfetta per coniugare impegno sociale con una struttura che produce una tensione perfetta. La riflessione sul conflitto è palese, mentre sotto sotto sembra voler richiamare i videogiocatori alle proprie responsabilità, considerando quanto l'idea è simile a un videogame. Insomma, una tensione notevole, una pellicola tiratissima, geniale nella sua costruzione e nella gestione dello spazio. Pubblico entusiasta, per chi scrive (che comunque non ha visto tutti i film in concorso) è lotta tra questo e Lourdes.

Qui trovate il sito ufficiale di Giacomo Cimini, mentre qui sotto vi proponiamo due esclusive clip del suo corto:

 

 

 

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