Rubrica a cura di Colinmckenzie

Inizierei parlando dei cambiamenti che stanno avvenendo nella fusione tra 01 e Raicinema…
In realtà, sono cambiamenti soprattutto formali e amministrativi, d'altronde 01 è da sempre nella famiglia Raicinema. Diciamo che stiamo seguendo alcune strategie Rai di fusione o, per meglio dire, di incorporazione, come può essere il caso di Rai Trade. 01 diventerà una divisione di Raicinema e le persone che ci lavorano rimarranno le stesse. Non ci sarà nessun tipo di stravolgimento, la cosa importante è che i film continuino ad arrivare, con prodotti nostrani e internazionali di qualità.

Pensa che il lavoro con la Rai porti a scelte osservate con il microscopio, come certe recenti polemiche bulgare, rispetto a competitor privati? Ed è difficile coniugare esigenze di mercato e istituzionali?
Noi cerchiamo di brillare di luce nostra. Rai anche per ragioni istituzionali, deve tenere in considerazione anche uscite non commerciali, da noi non ci si può aspettare 4 blockbuster commerciali o prodotti come i cinepanettoni. Comunque, adesso abbiamo distribuito un grande successo come Qualunquemente, come in passato la La tigre e la neve di Benigni, grazie a un management sempre attento e indipendente. Certo, per ragioni istituzionali c'è una grande attenzione negli esordi, che affiancano i grandi nomi. E' un rapporto di collaborazione e di interscambio, che ci ha comunque portano negli ultimi anni su una buona quota di mercato, intorno al 9-11%.

Per quanto riguarda Noi credevamo, come ha visto certe critiche per una strategia di lancio che poi invece ha funzionato?
La stampa molte volte non ha le idee chiare e quando un film arriva in poche sale, si parla di una cattiva distribuzione, quando invece esistono dei prodotti che il mercato non richiede. Inoltre, va sempre ricordato che noi non abbiamo sale di proprietà. Eravamo convinti di avere un bellissimo film, ma difficile da trattare e abbiamo voluto mettere in piedi una strategia distributiva che ha caratterizzato alcuni successi di qualità. Un'uscita che non puntava sui numeri, ma sulla qualità, scegliendo le sale migliori per riempirle e ottenere così un'attenzione che dal secondo weekend permettesse di stimolare anche l'interesse della provincia. Mi assumo la responsabilità di questa scelta, che comunque ha portato a un buon risultato.

Recentemente, Marco Bellocchio si è lamentato del duopolio, criticando voi e Medusa per non essere riuscito a fare il suo film, come se ci fosse un obbligo da parte vostra in questo senso…
Noi come 01 non ci interessiamo alla produzione, ma solo alla distribuzione, quindi sono scelte di Raicinema. Detto questo, parlare di duopolio quando ci sono major come Universal, Warner e Disney che producono, senza dimenticare De Laurentiis, mi sembra ormai anacronistico. Ci sono almeno 7-8 soggetti importanti in Italia e quindi forse ci sarà un motivo per cui non si trova un produttore per determinati progetti.

Pensate che in futuro, per prodotti piccoli e che comunque non uscirebbero in più di 10-20 sale, si possa pensare a un arrivo diretto su Internet?
E' stato l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco ad annunciare che il prossimo anno ci sarà un segmento produttivo low cost dedicato alle opere prime, anche sperimentali, per poi decidere quale sfruttamento adottare per la distribuzione, che sia televisione, Internet o le sale. E' sicuramente più facile decidere una volta realizzato e visionato il prodotto.

Per quanto riguarda la questione delle window, qual è la vostra posizione?
Credo che essere ingessati sia sempre sbagliato. Per esempio, credo che distribuire un blockbuster americano in estate, alimentando un mercato e prendendosi dei rischi, debba essere affiancato dal diritto a una window breve. Inoltre, non trovo giusto obbligare a 15 settimane di attesa prodotti che dopo sette giorni sono fuori dagli schermi. 

Sarà possibile in futuro avere delle uscite in day and date su tutte le piattaforme?
In Italia mi pare difficile fare politiche del genere al momento. Anche l’esperimento Bubble di Soderbergh era andato male all'epoca. Penso che i prodotti importanti abbiano bisogno dell'uscita theatrical e dei normali tempi di sfruttamento, mentre quelli di scarso interesse rimarranno tali, senza che formule come il day and date aumentino il loro appeal. 

Mi sembra che certe stime sui danni della pirateria siano esagerate, ma a prenderle sul serio, perché non c'è un'offerta legale efficace?
Ovviamente, su quelle cifre non avremo mai la prova che siano effettivamente tali. Ma fino a quando non ci sarà una legge seria, come sul modello francese, sarà difficile avere un'offerta legale di alto livello. La pirateria crea un danno all'industria cinematografica dopo aver distrutto quella discografica. Noi certi rischi siamo riusciti a ridurli grazie ai multiplex, la tecnologia, la qualità delle sale e tutta una serie di servizi, che hanno permesso allo spettatore di trovare nei cinema quello che vuole. Chi è stato massacrato dalla pirateria è il settore home video. Un'industria che fino a poco tempo fa era florida e che rappresentava anche il 40% dei ricavi da un film, è crollata. L'unica 'fortuna' per noi, è che il cinema italiano non ha mai ottenuto grandi cifre sull'home video, quindi il calo per noi su questo segmento di sfruttamento non è stato fortissimo. Io penso che si arriverà in tempi brevi allo sfruttamento del prodotto filmico sul web. Negli ultimi due anni il mercato è stato alla finestra, cercando di trovare le soluzioni migliori, ma tutti adesso stanno comprendendo che c'è un solo modo per raggiungere l'utente nel modo più rapido ed economico possibile. Vedrei bene un sistema come Netflix in Italia, mentre credo che il rental home video classico verrà abbandonato.

Come è stato lavorare con Medusa alle due pellicole di Brizzi Maschi contro femmine e Femmine contro maschi?
In realtà, sono stati i produttori a collaborare con Medusa. Noi abbiamo distribuito solo il primo capitolo, perché Brizzi voleva nel secondo episodio Ficarra e Picone, che erano sotto contratto con Medusa, quindi abbiamo accettato di dividere il prodotto. Siamo contenti di aver proposto il quarto film di Brizzi e dispiaciuti di non averlo più nella nostra scuderia, ma speriamo che tornerà con noi in futuro.

Cosa possiamo attenderci dai nuovi film di Moretti e Crialese?
Habemus Papam è un film straordinario, che ovviamente speriamo di poter presentare a Cannes, che in assoluto è il mercato più importante del mondo per prodotti di questo tipo. Sicuramente, da parte nostra con Moretti dobbiamo lavorare sempre in maniera diversa. Di solito, siamo abituati ad avere pubblicità e trailer di un film 4-5 mesi prima dell'arrivo nelle sale, ma ovviamente con lui il discorso è diverso. Per quanto riguarda Crialese, speriamo che Terraferma sia il film della consacrazione per questo regista, lo consideriamo  un grande autore anche se è solo al terzo film. Nuovo mondo è stato un prodotto coraggioso e sfortunato, mentre Respiro ha ottenuto consensi ovunque.

E cosa ci può dire di Tree of Life?
Il posizionamento dell'uscita americana fa ipotizzare che possa essere presentato a Cannes. In quel caso, posso assicurare l'uscita italiana in day and date nel periodo del Festival, quindi maggio. Ho visto il film terminato e posso dire che è valsa la pena attendere fino ad ora.

Quali potrebbero essere le sorprese del vostro listino?
Credo che, nel proprio genere, tutti i nostri film possano ottenere buoni risultati. Comunque, se devo citare qualche titolo in particolare, penso a Boris, grazie al largo seguito che ha conquistato su Sky e su Internet, così come sull'esordio alla regia di Massimiliano Bruno Nessuno mi può giudicare, pellicola che rappresenta perfettamente lo stato della commedia italiana attuale grazie a Paola Cortellesi (Maschi contro femmine), Raoul Bova (Immaturi) e Rocco Papaleo (Che bella giornata). Senza dimenticare ovviamente Bar Sport, l'adattamento del popolarissimo (secondo i dati, il libro più venduto in Italia dopo la Bibbia) romanzo di Stefano Benni. Crediamo che con grandi attori come Bisio, Battiston e Catania, sarà una scommessa vincente. Per quanto riguarda il cinema americano, ci aspettiamo buoni risultati da Source Code, il nuovo film di Duncan Jones, il regista di Moon.

Quest'anno si concludono i mandati di Marco Müller e Piera Detassis, rispettivamente ai festival di Venezia e di Roma. Quali sono le vostre speranze per il futuro di queste manifestazioni, spesso vetrine per i vostri prodotti?
Venezia rappresenta la storia del cinema in Italia e, considerando l'ottimo lavoro svolto, ci auguriamo un rinnovo dell'incarico per Müller, anche per proseguire nella sua opera di ricerca di cinema il più possibile variegato. D'altronde, mi riesce veramente difficile pensare a un sostituto. Roma ha bisogno di ritrovare lo slancio iniziale, perché senza un budget importante è difficile competere con gli altri Festival. Credo comunque che queste rassegne facciano sempre bene al cinema, perché consentono di far parlare dei film.

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