Fonte: BadTaste.it

In occasione dell'uscita dell'edizione home video di Rapunzel – l'Intreccio della Torre, il 50esimo cartoon dei Walt Disney Animation Studios (qui la nostra recensione del Blu-Ray Disc), vi presentiamo la nostra intervista a Alessandro Jacomini, Lighting Supervisor del cartoon di Nathan Greno e Byron Howard ai Disney Animation Studios. Assieme a un gruppo di altri siti italiani, abbiamo avuto modo di parlare con questo "italiano all'estero", che ci ha raccontato come ha lavorato al film. In questa pagina trovate l'intervista dei nostri amici di EveryEye.

Sappiamo che hai lavorato alla Rhythm & Hues per un po' di anni. Hai vissuto in Australia? Ci racconti qualcosa della tua carriera?
Mi sono laureato nell'88 alla statale di milano, in informatica. Ho fatto la mia tesi di laurea per una società americana che vendeva software e hardware per la computergrafica, e questo mi ha dato modo di avere contatti con la realtà produttiva sia italiana che americana. Dopo alcuni anni come freelance in agenzie di pubblicità milanesi ho colto un'occasione che mi si è presentata alla Rhythm & Hues, cercavano artisti per il film Babe Maialino Coraggioso. L'ho colta, e dopo quello ci sono stati altri progetti come Il professore matto, Kazaam, dopo di che ho raggiunto la Disney nel '98 per il film Dinosaurs, e sono rimasto a lavorare con loro.

E' stato difficile passare da cinema in live action a cinema di animazione?
Non lo è a prescindere, è stato abbastanza morbido perché Dinosaurs era un film ibrido: aveva i fondali in live action (anche se molto post-prodotti), e il resto era in digitale puro in computergrafica: era perfetto come modo per arrivare all'animazione. Sono comunque mondi diversi, chi fa del live action ha bisogno di un po' di attenzione perché hai più contatti con registi e art director, mentre nell'animazione spesso non è necessario realizzare immagini completamente fotorealistiche affinché risultino completamente integrate, è una tecnica più vicina a un aspetto classico di pittura: ci vuole del tempo per affinare questo gusto, ma non è traumatico.

Hai cambiato molti ruoli negli anni?
In Disney ho iniziato come come lighter. Con Chicken Little ho assunto il ruolo di sequence lead, e sono rimasto tale anche in Bolt. Per Rapunzel sono diventato lighting supervisor.

Come descriveresti il tuo ruolo in Rapunzel (che non ho ancora capito come si pronuncia)?
Io lo pronuncio all'americana, "Rapànzel", ma credo che sia un nome tedesco e quindi che vada pronunciato "Rapùnzel". Comunque, è una sorta di direttore della fotografia senza la mansione tipica della scelta dell'inquadratura, che in questo film di animazione veniva svolta dal dipartimento di layout. Per quanto riguarda luci, compositing, integrazione con gli effetti e il colloquio con il look development (texture, shader), era tutto di mia competenza. Nel film c'erano 4-5 lighting supervisor: ognuno prendeva una fetta del film, 15-20 minuti, ed era responsabile della resa visiva di queste sequenze. Avevamo un contatto diretto con art director, scenografo e registi. In funzione della sceneggiatura si sottolinea il mood che loro vogliono esprimere, ovviamente se un esterno è un tramonto è chiaro che l'obiettivo sia cercare di realizzare questo look, ma c'è un aspetto che è legato ai particolari espressivi della sequenza: il mio ruolo è riuscire a esprimere romanticismo, dramma eccetera, sottolineando o facendo da contrappunto al tema emotivo della storia.

Qual era la tua porzione di film?
Diverse sequenze: il primo incontro tra Flynn e Rapunzel, poi quando sono nel bosco che sono intorno al fuoco, poi quando arriva Madre Gothel e c'è quel momento musicale con la nebbia che sale, e tutta la sequenza finale da quando Flynn viene accoltellato fino alla fine.

Quindi anche parecchi momenti dark, se vogliamo.
Sì sì, diciamo che sono intriganti perché è bello sottolineare momenti drammatici e aiuta avere richieste così "estreme", ma in questo film dovevamo avere un occhio particolare per il fatto che c'era un'audience molto giovane, quindi dovevamo cercare di evitare di terrorizzare e cadere nell'horror, esprimendo nel contempo tensione. Un momento molto drammatico è quando Madre Gothel torna vecchissima: abbiamo trovato dei modi per esprimerlo in maniera non troppo dark.

Quali differenze ci sono tra la versione 2D e quella 3D nel lavoro che hai svolto tu?
Innanzitutto la messa a fuoco, che è diversa da 2D a 3D, inoltre abbiamo dovuto realizzare una correzione del colore per ciascuna delle versioni: gli occhiali 3D creano delle variazioni di luminosità. 

Noi abbiamo seguito la produzione del film sin dagli inizi: si parlava di riferimenti al Rococò e all'arte di Jean-Honore Fragonard, e di rendering non fotorealistici. Il risultato visivo di questo film è stato stupefacente, non ci aspettavamo una simile qualità nella resa delle luci, dei dettagli e degli ambienti. C'è stata una evoluzione nello sviluppo del film sotto questo punto di vista?
In realtà è cambiato. Quelli che citavi erano i riferimenti iniziali, anche se a dire la verità questo è un film che ha una genesi ancora più remota. E' passato tra molteplici e molteplici iterazioni, quella a cui ti riferisci è una delle tante: ce n'è stata un'altra, dopo, molto più drammatica e dark, per poi passare a quella definitiva, per la quale Byron Howard e Nathan Greno hanno usato un concept iniziale che si riferiva ai classici, in particolare Cenerentola per lo stile. Abbiamo usato anche molti riferimenti da film in live action contemporanei e non, per trovare un linguaggio che fosse cinematografico. In sintesi, c'è stata una ricerca verso una sorta di realismo magico: non fotorealismo, non qualcosa che fosse fotografico, ma qualcosa che prendesse spunto dai classici della Disney, lo trasportasse verso qualcosa di più vicino al gusto attuale, ma fosse tangibile e "vero", reale, plausibile. Un mondo a sé. Quei riferimenti a cui fai cenno, Fragonard, facevano parte di un filone che abbiamo abbandonato.

Hai seguito la lavorazione sin dall'inizio? Quando John Lasseter è diventato direttore creativo ci sono stati dei cambiamenti? Com'è lavorare con lui?
Io ho iniziato a lavorarci appena terminato Bolt, quindi due anni e mezzo fa, all'incirca da quando i due registi hanno preso la responsabilità di questo film. L'apporto di John Lasseter dopo la fusione Disney/Pixar dal punto è stato enorme, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista dell'ispirazione. Concede moltissimo, ma è sempre nelle retrovie, pronto per un suggerimento e un buon consiglio. Diciamo che la sua sensibilità è presente praticamente in ogni film che esce da entrambi gli studi. E' chiaro che è così occupato che lo si incontra una volta ogni tanto, ma è sempre un momento importante. Lui è molto alla mano, anche se qualsiasi cosa dice vorresti esclamare "cavolo, perché non ci abbiamo pensato noi?" Ciò che suggerisce è sempre opportuno, la cosa giusta al momento giusto.

Rapunzel – L'Intreccio della Torre è uscito il 24 novembre 2010 negli USA. In Italia è arrivato il 26 novembre (solo in 3D) e uscirà il 3 dicembre 2010 in tutti gli altri formati.

Maggiori informazioni sul film nella nostra scheda.

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