Intervista a cura di Francesco Alò

Il bello di Hollywood era Elephant Man.

Imboccato dal papà cinefilo irlandese con Apocalypse Now e, appunto, con il secondo bianco e nero di seguito di David Lynch mentre la mamma abruzzese (“Di madre abruzzese e padre napoletano”) lo imboccava con svariati tipo di pasta, Bradley Cooper rimane così colpito da John Merrick che lo vuole impersonare come suo primo saggio dentro Inside Actor's Studio. Che ironia. L'attore che invariabilmente è il “fico” negli ultimi due anni di cinema hollywoodiano mainstream con titoli come La verità è che non gli piaci abbastanza (fico adultero con fragilità diviso tra Connelly e Johansson), A-Team (fico guerriero con superaddominali nei panni di Sberla alle prese Jessica Biel), Una notte da leoni (fico cazzone che spinge all'irresponsabilità) e Appuntamento con l'amore (fico sensibile in adorabile duetto aereo con Julia Roberts), recitava il suo primo pezzo solista importante nei panni di un essere umano deforme affetto da sindrome di Proteo. Quello che più di qualcuno chiamerebbe mostro.

Non è fisicamente ridotto male come Merrick ma anche Eddie Mora, protagonista di Limitless, comincia il film in una situazione sgradevole: è uno scrittore squattrinato, viene mollato dalla donna, ha un look trasandato e probabilmente non si fa una doccia da una settimana. Poi si imbatte in una droga strana che potenzia le capacità cerebrali e il resto lo vedrete in sala dal 15 aprile. Cooper è Mora. Cooper è protagonista dopo tanta gavetta e ruoli secondari. Con Robert De Niro come spalla ha guidato Limitless al successo negli Stati Uniti (è a quota 64 milioni). Un attore in ascesa libera che ha dimenticato gli stivali rossi di Sandra Bullock in A proposito di Steve. A proposito di droghe che ti fanno ricordare perfettamente tutto ciò che hai visto e letto nella tua vita…

Se potessi rubare dei momenti di recitazione che adori, quali sceglieresti?
Risvegli di sicuro. Una cosa che De Niro fa con l'occhio in una scena (si può scovare su Youtube il giovane Cooper che chiede a De Niro di questa scena quando era studente di Inside Actor's Studio, N.d.R.). In Insider una scena in cui Al Pacino è al telefono e i suoi occhiali cadono all'improvviso mentre la camera gli sta addosso e lui si precipita a prenderli. Ne Lo scafandro e la farfalla c'è Amalric che fa la barba al papà Max Von Sidow e il modo in cui tocca la faccia di Von Sidow è fondamentale per capire quanto lo ami e quanto sia importante per lui il papà. Amalric non parla quasi mai, a differenza di Von Sidow che invece parla abbastanza nella scena. Semplicemente sublime.

La prenderesti la droga del film?
Sì, la prenderei. Ovviamente. Tutti lo farebbero.

Che faresti?
Imparerei molte lingue e le ricorderei. Suonerei parecchi strumenti. Poi entrerei in crisi come Eddie che non capisce bene cosa vuole. Quando ti si apre la mente, ti si aprono davanti agli occhi una serie di possibilità di cui non sei neanche consapevole.

De Niro: un mito a casa Cooper nei primi anni '80?
bradley cooperUn'influenza enorme nella mia infanzia. A casa mia tutti parlavano di De Niro, era impressionante. Si parlava di lui a fondo almeno una volta a settimana. Non so se ti rendi conto…

Anche in Italia era così nei primi Ottanta…
Appunto. E tutti lo imitavano. Essere in grado di lavorare con lui è folle e anche triste allo stesso tempo perché lui era un mito e adesso è solo un essere umano, un po' come mi è capitato con Daniel Day-Lewis che ho incontrato due volte ed è triste quando ti accorgi… che siamo tutti esseri umani e che siamo tutti destinati a morire.

Ma è vero come hai detto a David Letterman che ti sei trovato ad imitarlo inconsciamente?
Assolutamente sì. Mi sono trovato a parlare come De Niro fin dal tour promozionale di Limitless dove ero un po' su di giri perché la produzione mi aveva detto di parlare molto perché Bob avrebbe parlato poco. Piccole cose, accenti, smorfie, occhiate, di cui mi accorgevo con un certo straniamento probabilmente soltanto io. Posso prendere i manierismi di qualsiasi grande attore con cui lavoro. Abbiamo girato Una notte da leoni 2 subito dopo Limitless e sono andato da Todd Phillips a dirgli: “Guarda che se comincio a comportarmi come Robert De Niro mi devi fermare!” e due o tre giorni dopo l'inizio delle riprese Todd mi prende da parte e mi dice: “Bradley… guarda qui… avevi ragione: stai facendo De Niro!”. C'è una scena all'inizio del film in cui sto con Stu (Ed Helms, N.d.R.) dove potrete vedere con i vostri occhi che Cooper fa De Niro per tutta la scena. Se Todd non l'ha tagliata al montaggio ovviamente.

Ti sei mai trovato nella situazione di Eddie all'inizio del film pensando di non farcela?
Certo! Anche ora.

Ma va…
E' così. Credimi. Ho fatto la promozione di Limitless per tre settimane: Londra, Los Angeles, New York, lo show di Letterman, quello di Howard Stern, Inside Actor's Studio dove ho pianto tutto il tempo… ebbene, mentre stavo facendo tutto questo le proiezioni ci davano come uno dei quattro film che poteva primeggiare al box office con un incasso medio di 12 milioni di dollari. Eravamo dati per sfavoriti a ridosso del weekend d'esordio. Mi ricordo di aver mandato una e-mail mentre ero in aereo a un mio amico dicendogli: “E' andata. Ho perso la mia chance da attore protagonista”. Poi ho passato le successive quattro ore a pensare: “Che farò ora della mia vita?”. Un'ora prima che atterrassimo ci è arrivata la comunicazione che eravamo primi con 19 milioni di dollari ovvero 6-7 milioni sopra le ultime previsioni. E' un “up & down” business. Appena ieri ho ricevuto un rifiuto per un film che volevo tanto fare. E' dura. E' la vita. Ora va bene ma domani non si sa.

Farai Il Grande Gatsby?
Ecco… appunto. No! Non sarò ne Il grande Gatsby.

 

 

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