Ha doppiato per quattro stagioni su sette Butt-Head di Beavis & Butt-Head (1993-1997). Ha prestato la sua voce al narratore del cartone danese Terkel in Trouble (2004).

E’ stato il primo italiano a comparire sulla copertina dell’edizione nostrana di Rolling Stone.

Ha scritto e interpretato "qualche canzone" dal 1979 a oggi con il gruppo da lui fondato Elio e le storie tese.

E’ arrivato secondo al Festival di Sanremo, ha fatto il giudice a X-Factor, si è laureato in Ingegneria nel 2002, ha curato i dialoghi italiani di Austin Powers, la spia che ci provava (1999), è diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, è stato Maurizio Cattelan per qualche minuto nel 2009, ha recitato a teatro ne L’opera da tre soldi di Bertold Brecht.

Recentemente, Stefano Roberto Belisari, in arte Elio, è tornato a collaborare con il cinema doppiando Seth Rogen in Paul di Greg Mottola: il personaggio è un alieno.

Lo abbiamo intervistato in esclusiva:

 

Hai visto Paul finito?
Finito finito no. Mi manca qualcosina.
 
E che giudizio dai di te stesso in questa operazione?
Non è il mio campo! Quando accetto di fare il doppiaggio, o comunque di sconfinare nel cinema mi pongo l’obiettivo minimo di non farmi insultare dal pubblico. Mi sono fidato delle persone che mi hanno coinvolto in Paul. E questo mi bastava.
 
Doppiaggi: in passato Beavis & Butt-Head, poi il cartoon lungo danese Terkel, ora la commedia di fantascienza angloamericana Paul. Perché Elio, e gli Elii, sono sempre così interessati al prodotto internazionale?
Ma… più che altro siamo interessati a un certo tipo di prodotto di qualità. Che sia internazionale o no, non fa una grande differenza. Noi italiani tendiamo a spararci sempre sui coglioni e ad avere un complesso di inferiorità nei confronti del mondo intero. Vogliamo parlare di Milena Canonero (costumista vincitrice di tre premi Oscar, N.d.R.) che qui da noi nessuno sa chi sia e a livello internazionale è considerata un mito? Benigni era Benigni anche prima de La vita è bella. Per me “internazionale” non vuol dire automaticamente bello. Sono semplicemente aperto a ogni tipo di possibilità.
 
Torniamo a Paul. Come hai approcciato il doppiaggio di un attore comico così incisivo, e dalla voce diversa da te, come Seth Rogen?
La parola chiave era effetto. Volevamo ottenere un effetto che non fosse la classica voce dell’italiano che doppia l’americano. Seth Rogen fa molto ridere nella versione originale. Io spero di far ridere in quella italiana. Non so se ha funzionato. Raramente faccio ridere me stesso quando lavoro. Con il direttore del doppiaggio Simone Mori abbiamo cercato un effetto da voce non impostata. Anello dopo anello mi sono reso conto che forse avevamo creato un personaggio credibile.
 
Hai avuto riscontri del tuo lavoro dall’America?
Non mi risulta, e se ci sono stati… non me l’hanno detto.
 
Il tuo rapporto con la fantascienza?
Sinceramente ottimo. Un tempo, quando avevo tempo, leggevo tanta fantascienza. Qualche Urania, ma non troppa. Essenzialmente Asimov, Dick quando non se lo filava nessuno, Dune di Frank Herbert.
 
Dov’eri quando uscì E.T. al cinema?
Forse non al cinema. E.T. non mi ha mai entusiasmato. Massimo rispetto, ci mancherebbe ma io sono un ingegnere per cui amo la fantascienza credibile. Se Verne ha raccontato che saremmo andati sulla Luna era perché era convinto che prima o poi ci saremmo arrivati. E infatti ci siamo arrivati.
 
Credi nell’esistenza di altre forme di vita nell’Universo?
Sì, certo. Però la velocità della Luce è un bel problema, perché si presenta a noi come limite insormontabile. Asimov è chiaro da questo punto di vista. Gli alieni forse esistono e ci sono buone possibilità che esistano cività extraterrestri nell’Universo e nella nostra stessa Galassia. Ma non le incontreremo mai, perché la velocità della Luce non può essere superata e quindi è impossibile che culture di mondi diversi entrino in contatto tra loro.
 
Mi dici che film di fantascienza ami?
Il mio preferito è Blade Runner, perché ci credo. Ripeto: io sono un ingegnere per cui amo la fantascienza scientifica. Blade Runner è il massimo, perché ha profetizzato che il futuro sarebbe stato asiatico e che l’intelligenza artificiale avrebbe sviluppato una coscienza. Tutte cose che o sono già accadute o stanno per accadere…
 
Ma perché non scrivi un romanzo di fantascienza?
Sarebbe proprio bello… ma è come l’incontro tra noi e gli alieni. Penso che non si verificherà mai!

 

Qui sotto potete vedere anche l'intervista video diffusa dalla Universal Pictures, nella quale Elio parla del film: