E' stato presentato oggi al Festival di Venezia Stockholm Östra, il nuovo film dello svedese Simon Kaijser da Silva incluso nella Settimana Internazionale della Critica.

Questa la trama del film, un dramma famigliare scritto da Pernilla Oljelund che vede come protagonisti Mikael Persbrandt e Iben Hjelje:

Johan vive assieme alla moglie alla periferia orientale di Stoccolma, dove abita Anna con il marito e la figlia di nove anni. Non si conoscono, ma un incidente stradale che vedrà coinvolto Johan e causerà la morte della bambina sconvolgerà completamente le loro vite e ne condizionerà inesorabilmente il futuro, al di là di ogni prevedibile sviluppo.

Durante la conferenza abbiamo posto a Persbrandt una domanda riguardante Lo Hobbit, e il rapporto tra una produzione così colossale come il film di Peter Jackson e un piccolo ma intenso film come quello di da Silva (qui al suo primo lungometraggio per il cinema). Come sapete, infatti, Persbrandt interpreterà Beorn nello Hobbit: ha già girato parte delle sue scene (una è stata diretta da Andy Serkis, regista di seconda unità del film) ma tornerà in Nuova Zelanda per concludere le riprese.

Ecco cosa ci ha detto sul film:

Che differenza c'è a recitare in un piccolo film come Stockholm Östra e recitare in un grosso kolossal come Lo Hobbit? E come contribuisce l'esperienza a teatro e in piccoli film svedesi nella sua performance nello Hobbit?
Cè una enorme differenza tra le due produzioni. La macchina in movimento nel caso di un blockbuster come Lo Hobbit è semplicemente enorme. Ma alla fine, la cosa importante è saltare sul treno giusto e fare il proprio lavoro.
Dal punto di vista della recitazione in sé, il lavoro è lo stesso: sia davanti a una sola persona che davanti a cento persone della troupe, il vero professionista lavora allo stesso modo.
La saga dello Hobbit è immensa, mentre quella in cui ho recitato per questo film è una saga piccola che parla di esseri umani veri. Quello che a me interessa è il rapporto tra gli esseri umani rispetto a, mettiamo, il rapporto tra uomo e macchina. Poi, ovviamente, mi sto divertendo moltissimo a lavorare nello Hobbit, ma per me è molto importante tornare a fare piccole produzioni svedesi o lavorare in teatro: è l'unico modo per mantenere ben oliati gli ingranaggi, per continuare ad essere padroni dei propri strumenti di lavoro.