Una conferenza stampa affollatissima che questa mattina ha seguito la proiezione stampa di W.E., ovvero Edward e Wallis, il film diretto da Madonna che abbiamo visto e recensito al Festival di Venezia.

Fotografi, grida e domande "scomode" quasi tutte rivolte alla regista/popstar, anche se alla conferenza stampa ha partecipato anche il cast al completo: Natalie Dormer, James D'Arcy, Andrea Riseborough, Abbie Cornish e Oscar Isaac. Poche le domande rivolte a loro, e quelle poche erano tutte collegate alla Material Girl:

Quali aspetti della storia di Edward e Wallis l'hanno spinta a girare il film?
Mi sono trovata completamente coinvolta dalla loro storia. Volevo capire i motivi per cui quest'uomo, Edoardo VIII, avrebbe abdicato al trono per la donna che amava. Per quale motivo stava rinunciando a una posizione di potere? E' stato questo a spingermi a girare il film.

Ma la regina del pop rinuncerebbe al suo trono per un uomo?
Rinunciare al mio trono per un uomo …o una donna? Penso di potermi permettere entrambe le cose, anzi tutte e tre: trono, uomo, donna!

Come ha diretto questo film?
Prima di tutto dovevo scrivere la sceneggiatura, e in questo mi ha aiutato Alek Keshishian. Ho fatto un mucchio di ricerca e di approfondimenti sulla storia di Edward e Wallis: ci abbiamo messo tre anni a scrivere questo film. Poi ho dovuto scegliere il cast, e sono riuscita a ottenerne uno davvero fantastico. Poi ho radunato un team di produzione. E così ho fatto il film.

Questo è un film molto curato a livello estetico: ci può parlare dello stile?
La vicenda di Edward e Wallis è ambientata in un mondo fatto di lusso e decadenza: volevo rispecchiare questo aspetto, e fare lo stesso anche nella storia ambientata ai giorni nostri, un mondo fatto di bellezza, glamour e decadenza, fatto di gente che respira un'aria un po' rarefatta. Volevo far vedere questo nel film, e lanciare un messaggio: non sono bellezza e glamour che donano la felicità.

Come ha influito la sua forte spiritualità nella realizzazione del film?
Non mi ha influenzato particolarmente. Quando si fa un film bisogna averte una certa forza e sicurezza mentale. Per me questo era un progetto molto importante, sono arrivata molto preparata a questo progetto. Fare un film è difficile: ci saranno delle sfide lungo la strada, e bisogna essere molto preparati e sicuri. Avere una base spirituale molto forte aiuta.

Lei è sempre stata molto attratta dal mondo del cinema, ed è stata sposata a uomini legati a questo ambiente. Cosa ha imparato da loro?
Ho sempre amato il cinema, per tutta la mia vita. Sin da bambina adoravo il cinema e ne traevo ispirazione, ho sempre voluto dirigerne uno. Io sono anche una narratrice, quindi non è stato troppo difficile arrivare a scrivere e dirigere un film. Poi sono attratta da gente creativa, è per questo che ho sposato Sean Penn e Guy Ritchie: loro mi hanno incoraggiata molto a livello creativo.

Per quale motivo ha raccontato due storie separate nel tempo, e tuttavia intrecciate, in un unico film?
Non volevo fare un biopic vero e proprio di Edward e Wallis, perché i biopic pretendono di raccontare la verità oggettiva. Questo invece è il mio punto di vista su questa storia dopo aver fatto tantissima ricerca a riguardo. Volevo però che ci fosse anche un altro punto di vista sulla vicenda, e così ho creato la storia "moderna" di Wally, interpretata da Abbie Cornish. La storia nel passato è raccontata attraverso gli occhi di Abby.

Per caso vede questo film come un modo per riabilitare l'immagine di Wallis rispetto a come è stata dipinta dalle produzioni anche inglesi?
Io mi identifico molto in lei: spesso quando si diventa delle icone si viene dipinti in quel modo, i media ti trasformano in quello, non ti permettono di avere nulla se non quello che serve a loro. Penso che la gente non capisca la scelta che ha fatto il re per lei, ha cambiato la storia del la Gran Bretagna e del mondo. Penso che la gente, che all'epoca era molto impaurita (era un periodo storico estremamente complesso) decise di dipingere la vicenda in quel modo, senza cercare di capire le motivazioni. Non credo che Wallis fosse una santa, penso fosse un essere umano e volevo raccontare questo aspetto umano.

Mentre giravi questo film è uscito Il Discorso del Re, che poi ha vinto gli Oscar 2011. Come hai affrontato il successo di quel film?
Prima di vederlo ero molto nervosa perché era un film ambientato nello stesso periodo. Poi l'ho isto e ho capito che si trattava di un altro punto di vista. Il successo che ha avuto è stato molto utile per me: la gente ora ha un punto di riferimento sull'epoca in cui è ambientato il mio film, è come se mi avesse aperto la strada perché ora quel contesto storico è già stato presentato. Quando ho incontrato Tom Hooper, a un party qualche settimana fa, l'ho ringraziato per questo.

Quanto è personale questo film?
Non potrei darvi una percentuale, l'ho scritto e quindi come ogni cosa che faccio mi rispecchia in parte. Non posso identificarmi in qualche personaggio o cose del genere: il film per me è un canale, rispecchia esperienzie personali ma anche il mondo che mi circonda e ciò che mi ha influenzato.

Ci sono scelte molto anacronistiche nel film: Henry Mancini e i Sex Pistols come colonna sonora di una scena ambientata negli anni trenta. Come mai non ha lavorato alla colonna sonora?
Non avrei avuto tempo di fare musiche mie. Non volevo lavorare alle musiche, volevo fare solo la regista: ho coinvolto Abel Korzeniowski e Yann Tiersen.

Com'è Madonna sul set?
Oscar Isaac: la sua è stata una presenza molto fisica. Era molto chiara e diretta, era aperta a discutere dei personaggi con noi.
Abbie Cornish: si tratta di una storia per la quale ha fatto tantissima ricerca, anche se poi permesso al film di evolversi. Ogni aspetto del film, dell'inquadratura al design, è stato gestito da lei, ed è interessante vedere come lei si sia concentrata su qualsiasi dettaglio.
Andrea Riseborough: Spiritualità, amore… è difficile parlare di questo genere di cose. Noi sappiamo tutti molto bene cosa è successo sul set, è stato qualcosa di incredibile, in particolare per me è stata una esperienza davvero bella. Madonna ha fatto un gran bel film, un film d'arte, con cura e attenzione.
James D'Arcy: non ho mai trovato un regista così eccitato e preparato sul materiale originale. Siccome si trattava di Madonna, avevamo tutti un po' paura all'inizio, ma la paura svanisce subito perché bisogna lavorare. E' stata una esperienza artistica davvero splendida, e in un panorama dominato dagli uomini, lavorare con una donna forte che fa un film su donne forti fa sentire molto orgogliosi.
Natalie Dormer: come attrice, ogni giorno devi uscire dalla tua zona di comfort, superare i tuoi limiti e sfidarti. Madonna ci ha aiutati proprio in questo: si è spinta oltre i suoi limiti e ha spinto tutti noi.

 

 

Foto: LaBiennale