Circa quattro anni fa, in un incontro con Aleksandr Sokurov (di passaggio a Roma per la promozione del suo film Aleksandra), il regista che all’epoca era nelle fasi di preparazione del Faust – e che a tal proposito disse “se conosce il testo ha idea di quali siano gli enormi problemi con i quali mi sto confrontando” – toccò anche un argomento a lui molto caro, ovvero quello dell’opportunità o meno di partecipare ai Festival con concorso.

Al riguardo la sua opinione era granitica:

In passato ho partecipato a festival, ma ora comincio a scegliere a quali andare. Mi sembra che non sia giusto che si basino sempre sul principio della competizione, l'ambito della cultura non è uno sport ed è molto difficile definire chi è migliore o chi è vincitore. Io non voglio dire di essere meglio di Lars Von Trier ma non intendo ammettere di lavorare peggio di lui solo per il fatto che lui vince e io no. Siamo diversi e ognuno fa il suo lavoro come può, farci scontrare l'uno contro l'altro e consegnare il frutto del nostro lavoro in mani che ci devono giudicare appartenenti a persone che non hanno niente a che vedere con il nostro mondo non è giusto. Inoltre tutti i festival cominciano ad ammalarsi di malattie politico-professionali. Provate a proporre a qualunque festival di rendere pubblica l'ultima seduta della giuria!

Quando gli feci notare che proprio in quegli anni i meccanismi delle giurie di Venezia erano stati spesso svelati dopo l’assegnazione del premio, così replicò lui:

Non vorrei commentare il festival di Venezia perchè ci lavorano persone a me vicine [Marco Mueller, ndr] e mi astengo dai commenti, ovviamente personalmente ritengo che non siano stati sinceri per quanto avrebbero dovuto esserlo. A Venezia non sono mai andato e quindi molte cose non le posso sapere ma le suppongo.

Quattro anni dopo queste dichiarazioni l’ultimo film di Sokurov non solo è andato in concorso a Venezia, ma ha pure vinto. A ridosso della proiezione (e quindi ben prima della decisione della giuria) abbiamo potuto chiedergli di rendere conto di quanto detto in passato durante una breve intervista.

…è sicuro che all’epoca io sia stato così granitico?

Beh sì abbastanza…
Probabilmente devo essere stato tradotto male. Continuo a pensare che i festival con un concorso siano immorali, ma non sono così netto. Non è solo una questione di Venezia, ritengo che tutti i festival di serie A, quindi anche Berlino e Cannes, debbano cambiare la loro formula e cancellare i concorsi. L’ho detto ai direttori e anche a Marco Mueller, il quale mi ha risposto che intende pensarci.

Ma perchè se continua a pensarla così è venuto in concorso?
Questo è un film con una produzione molto importante, un’opera che sento molto vicina e che ritengo molto importante, voglio che si veda e voglio che giri nel mondo. Per fare questo è indispensabile una buona partenza e Venezia è una vetrina perfetta.