Sono trascorsi circa quattro mesi da quando, intervenendo al Festival di Cannes per presentare il suo ultimo progetto intitolato Melancholia, il regista danese Lars von Trier, in seguito ad alcune discutibili dichiarazioni, aveva innescato un'accesa polemica che poi gli sarebbe costata l'allontanamento dalla manifestazione.

Oggetto del dibattito in particolare erano alcune affermazioni con le quali, durante una conferenza stampa, l'autore di Le onde del destino aveva espresso simpatie per la figura di Hitler così dichiarando:

Cosa posso dire? Io comprendo Hitler… penso che abbia commesso alcuni errori, sì assolutamente. Ma posso immaginarlo seduto nel suo bunker alla fine…(…) Non è quello che definireste "un bravo ragazzo" ma posso capire parecchio di lui. E in parte simpatizzo con lui. Non voglio dire di essere a favore della seconda guerra mondiale e non sono contro gli ebrei (…).

Un'imbarazzata Kirsten Dunst al suo fianco durante queste dichiarazioni, ironiche o meno che fossero, rispecchiava la reazione degli addetti alla manifestazione e, appena il giorno dopo, nonostante le scuse inoltrate dal regista attraverso un'agenzia, il Board of Directors reagiva allontanando (forse a vita) l'autore dalla manifestazione.

Oggi Lars Von Trier, in un'intervista rilasciata a GQ, è tornato a commentare quelle affermazioni, rifiutandosi di fare un passo indietro ma anzi difendendo con forza quello che egli definisce un semplice scherzo frutto della propria indole:

Non sono dispiaciuto, mi rammarico di non aver saputo chiarire che si trattava di uno scherzo. Ma non posso essere dispiaciuto per ciò che ho detto – andrebbe contro la mia indole… non penso che ci siano cose giuste o sbagliate da dire. Penso si possa dire qualunque cosa. Questo sono io e lo stesso è con i miei film – ogni cosa può essere fatta in un film. Se qualcosa può essere immaginato dalla mente umana, allora può anche essere detto e mostrato in un film. Di certo si andrà incontro a dei problemi in seguito, questo è sicuro, ma non lo rende comunque sbagliato. Dire che mi dispiace per quello che ho detto vorrebbe dire che mi dispiace essere il tipo di persona che sono, che mi dispiace per la mia morale e che mi vorrei distruggere come individuo. E non è vero. Non mi dispiace. Non sono pentito di quello che ho detto. Mi dispiace di non essermi espresso più chiaramente. Non mi dispiace di aver fatto uno scherzo, ma mi dispiace di non aver chiarito che si trattava di uno scherzo. Ma non posso essere dispiaciuto per quello, è la mia natura.