Ci sono dei volti che non si staccano mai dal loro personaggio chiave nonostante tutti tentativi del mondo.

Uno di loro è Rowan Atkinson, indissolubilmente legato a Mr. Bean nonostante la profonda serietà e la gravitas di cui cosparge le sue interviste e qualsiasi sua apparizione al di fuori dei film. Ben più in là dello stereotipo del comico che nella vita è serio, Atkinson si presenta come un uomo distinto, elegante, dai modi cortesi, dalla parlata affabile, molto colto e riflessivo. Una persona seria, insomma, serissima. Con la faccia, le movenze e le smorfie involontarie di Mr. Bean. Un misto di caratteristiche che si rivelano involontariamente esilaranti. E più la situazione si fa seria più l’impressione che stia per arrivare la gag è forte.

Eppure Atkinson ci ha provato e ci sta provando in tutti i modi a liberarsi di mr. Bean:

No. Non lo interpreterò più. Preferisco considerarlo un personaggio in pensione. Mi darebbe fastidio vederlo ora, invecchiato. La sua forza sta nell’essere un cartoon e come tutti i cartoon deve rimanere fisso e immutabile nel tempo.

In questo secondo film di Johnny English, in cui interpreta di nuovo un agente segreto britannico ingenuo, maldestro e incapace, la comicità e la fisicità si distanziano molto da quelle delle sue gag classiche. Almeno per quanto possibile:

Mr. Bean è un po’ come ero io a 10 anni. E’ un bambino intrappolato nel corpo di un adulto, un personaggio davvero fastidioso. Al contrario Johnny English è pieno di cuore e audacia, proprio perchè incapace ma sempre pronto a credere in quel che fa. Io non avrei mai tutto il suo coraggio.
Nel recitare questi due personaggi la vera differenza alla fine è l’interazione con gli altri attori, perchè Bean va dritto per la sua strada e travolge tutti come se fosse solo, mentre Johnny English ha bisogno degli altri per dare fuoco alla sua comicità.

Vedendo le avventure di un uomo che investiga in maniera maldestra è impensabile non andare con la mente al Clouseau di Peter Sellers:

Si è un punto di riferimento e un attore a cui guardo sempre, specie per il suo modo tutto particolare di dare vita a personaggi, di incarnare diversi caratteri in maniera completa e poi renderli comici. Però sono anche molto debitore a Jacques Tati e il suo monsieur Hulot.

Sulla carta si direbbe che Johnny English è la presa in giro di James Bond, ma vedendo i film poi si capisce che non è così:

No esatto. I film di Johnny English sono fatti alla maniera di quelli di 007 (specie quelli di Roger Moore), ma non sono parodie. Cerchiamo sempre di avere un film di spionaggio vero, in cui lo spettatore possa interessarsi alla trama, e in seguito gli diamo i tocchi da commedia. Trovo che sia molto più interessante che girare una parodia tipo Austin Powers in cui finita una gag attendi quella dopo.

 

 

Ma esattamente cosa differenzia Johnny English da James Bond?

Johnny è un uomo mentre Bond un supereroe, capisci subito che Johnny non è una spia nata e provi quasi empatia per questi suoi disperati tentativi di continuare ad occupare quel posto che non sai come sia riuscito a occupare.

Perchè tornare a questa serie dopo così tanti anni?

Non ci siamo tornati, siamo andati avanti. Sento che questo secondo film è molto più riuscito del primo, perchè il personaggio è più tridimensionale, più credibile. Tutto sta nel fatto che Johnny English in realtà non è bravo come crede e la gente si identifica perchè tutti spesso si sentono di non essere bravi nel loro lavoro come vorrebbero.

Riuscirà mai Atkinson a staccarsi dai ruoli comici e fare magari un cattivo?

Di sicuro a Hollywood c’è mercato per i cattivi con accento inglese ma io credo di essermi ormai identificato troppo con il comico e i produttori non riusciranno mai a vedermi in altre tonalità. E’ una realtà con la quale ho cominciato a venire a patti.

Tuttavia inizialmente l’idea per questo secondo film di Johnny English era che il cattivo sarebbe stato un cugino malvagio di Johnny sempre interpretato da me. Alla fine abbiamo rinunciato perchè credo che questi espedienti non favoriscano l’immersione totale nel film ma ti ricordino sempre che c’è una finzione.