Flash non svilupperà più per il mobile. Jobs vince dall’aldilà

(da Punto Informatico)

Era una delle fisse principali dell’ultimo periodo di vita di Steve Jobs, quello dominato dall’iPhone e dai dispositivi mobili: fare a meno di Flash. Tecnologia un tempo rivoluzionaria e tutt’ora indispensabile nela rete non mobile, quella inventata da Macromedia era la maniera migliore per visualizzare contenuti multimediali in una pagina web e la base tecnologica che ha consentito l’ideazione del player di YouTube.

Negli ultimi anni però lentamente Flash è stato scalzato da HTML5, nuovo standard della programmazione multimediale uscito negli ultimi anni, più asciutto, leggero e adatto ai tempi.

Qui sotto una tabella in cui si vede come su alcuni device la versione mobile di Flash non riuscisse a visualizzare il 100% dei frame di un video.

 

 

Il motivo principale per il quale infatti diciamo addio a Flash è perchè non è riuscito ad asciugarsi a sufficienza per adattarsi al mercato mobile, in cui la leggerezza è d’obbligo. Flash, come disse Jobs nella storica mail in cui lo condannava, crea errori, è lento, affatica la CPU ed è una porta per mille possibili attacchi.

Da oggi Flash su mobile non è più un problema.

Guerra dei tablet, c’è aspettativa per l’ingresso dei veri anti-iPad

(da Fortune)

Manca poco all’arrivo sul mercato dei primi due tablet che promettono davvero di cominciare a dare fastidio al quasi monopolista del settore, l’iPad. Si tratta del Nook di Barnes&Noble (250$, nei negozi americani dal 17 Novembre) e ancora di più del Kindle Fire (200$, nei negozi statunitensi dal 15 Novembre), due tavolette che si presentano come versioni aggressive e più economiche dell’iPad e che secondo i primi sondaggi sono dei possibili deterrenti dall’acquisto del rivale.

 

 

Ma non basta. Amazon infatti ha deciso di mettere a punto una politica estremamente aggressiva. Se infatti il Nook di Barnes&Noble conterà su un buon numero di punti vendita “reali” (cioè le librerie Barnes&Noble), il Kindle Fire che sarà disponibile con estrema facilità online, essendo prodotto dal negozio elettronico più potente di sempre, sarà in via del tutto eccezionale presente anche in diverse catene di negozi presenti sul territorio americano.

Amazon ritiene infatti che quello dei negozi reali sarà in questo caso uno dei terreni fondamentali. Ironico che la compagnia che ha convinto tutti di come comprare online prodotti non suoi (libri, dvd ma anche elettronica di consumo) sia meglio, la momento di produrre e vendere qualcosa di proprio cerchi punti vendita reali…

Infine c’è la questione dei contenuti. Apple, si sa, gode di un iTunes Store pieno di musica e (in America) pieno di film e serie tv da noleggiare e vedere, e la presenza di suddetti contenuti dei quali riempire l’iPad è una componente fondamentale del successo. Per questo prima il Nook e poi il Kindle Fire in settimana hanno annunciato di aver stretto un accordo con Netflix (il principale videonoleggiatore della rete) che metterà a disposizione da subito nei device in questione tutto il suo catalogo in streaming.

Il mondo delle console portatili battuto dalle App

(da e-festival.net)

La tabella parla chiaro. Nel settore mobile di videogiochi/app, quelli disponibili su App Store o su Android Marketplace in pochissimo tempo si sono affermati come una realtà economicamente più pesante del vecchio mondo delle console portatili.

La spiegazione è semplicissima: a fronte di un investimento iniziale maggiore (un iPad costa più di un Nintendo DS) i giochi costano molto ma molto meno (pochi dollari contro i 30/40$ dei giochi per PSP e DS).

Eppure i più illuminati tra gli esperti di videoludica l’avevano capito subito, all’apparire dell’iPhone, che quel sistema e quella piattaforma avrebbero cambiato radicalmente il modo di giocare. Dare la possibilità a piccole e agili compagnie indipendenti di dar vita a piccoli ma intriganti giochi per una piattaforma che molte persone già hanno acquistato mobilita un mercato, un interesse e nuove possibilità di sperimentazione infinitamente superiori al mercato classico, dove un gioco costa molto, deve piacere molto e quindi non deve essere troppo diverso dal solito.

 

 

Vimeo: "pochi" utenti ma che paghino

(da SeekingAlpha)

YouTube fa circa 160 milioni di visitatori unici al mese, Vimeo circa 17 milioni. Il gap è impressionante, tuttavia il boss di Vimeo, Gregory R. Blatt, ha annunciato nel corso di una videoconferenza Skype che hanno appena raggiunto quota 150.000 utenti paganti.

Su Vimeo infatti le cose funzionano diversamente che su YouTube. Mentre il portalone acquisito da Google è tutto gratuito e al massimo condivide gli introiti dalla pubblicità con una piccola quota di utenti che decide di considerare “partner”, Vimeo offre un paccheto di servizi gratis e poi, per chi vuole di più (più upload da poter fare ogni mese, più banda, più servizi), chiede di pagare un abbonamento: 200$ l’anno per la versione PRO e 60$ l’anno per quella Plus.

La quantità di utenti che scelgono di far parte di una community simile, ispirata ai valori di qualità, controllo, originalità ed estetica (idee diametralmente opposte ai video di gattini mal ripresi o clip di film famosi o ancora video in pessima qualità che tengono in piedi YouTube) è di sorprendente entità e, come dice Gregory Blatt: “Vimeo offre possibilità e un servizio talmente buono che 150.000 dei nostri utenti hanno deciso che vale la pena pagare”.