E’ un Antonio Banderas esaltato quello venuto a Roma a presentare Il gatto con gli stivali.

In conferenza assieme al regista Chris Miller, al produttore onnipresente Jeffrey Katzenberg e a Salma Hayek non lascia spazio a nessuno. Si agita, parla molto e ogni tanto infila delle frasi (in italiano) usando il tono del gatto. E proprio il fatto che sia stato lui a doppiare l’edizione italiana del cartone è uno dei temi più ricorrenti nei suoi discorsi:

Adoro così tanto questo personaggio perchè ha una statura gigantesca. Io non sono coraggioso come lui. E il contrasto tra una personalità così forte, una voce così grossa, anche più grossa della mia, e un corpo piccolino è parte del suo fascino. E’ questo contrasto a renderlo interessante, è una dicotomia che è che aggancia lo spettatore.

Una voce che ha esplorato moltissimo, perchè oltre all’ovvia versione originale in inglese Banderas ha doppiato il gatto in italiano e in spagnolo per il mercato latino, ogni volta trovando chiavi diverse e variando un po’ il personaggio:

Quando doppi in un'altra lingua devi adeguarti e adeguare un po’ il personaggio. Ad esempio nella versione spagnola ho deciso, e lo studio ha approvato, che facessi il gatto in malagueno [dialetto di Malaga, città natale di Banderas, caratterizzato tra le altre cose da una “s” sibilante ndb]. La cosa gli dà una qualità in più che in inglese non ha. In italiano invece il gatto ha il mio accento spagnolo naturale che ancora lo rende ancora diverso. E’ un processo che non si ferma mai, di volta in volta aggiungi piccole novità, dei respiri, dei commenti o qualche parola in più anche. Alla fine nessuna versione è migliore dell’altra, sono tutte diverse

E’ però quando si parla della comunità latina, del fatto che questo film non solo abbia uno scenario che affonda nella mitologia spagnola ma anche protagonisti di quell’area (accanto ad Antonio Banderas c’è anche Salma Hayek) che il protagonista si illumina davvero per dire qualcosa che, si sente dal tono della voce, gli sta davvero a cuore:

Non potete capire l’importanza che ha per la comunità latina degli Stati Uniti avere un film di uno studio importante che scommette su di noi. Questo è il film con il budget maggiore mai girato sui temi del mondo latino. E anche se si tratta di due gatti va bene così. La cosa importante è che i personaggi principali siano quelli con un accento mentre i cattivi no. Anni fa, quando arrivai ad Hollywood mi dissero: ‘Se vuoi lavorare qui sarai sempre il villain. Un killer o un trafficante’. In realtà poi riuscii anche a fare eroi latini positivi come Zorro. E ora la Dreamworks, che oltre a scommettere su di noi lo ha già fatto con la comunità cinese in Kung Fu Panda, mostra un rispetto unico per le minoranze che lavorano, magari vengono da paesi con situazioni politico-economiche difficili, faticano per mandare i figli all'università che poi finiscono ad essere i nostri giudici della corte suprema.

Il gatto con gli stivali non solo guarda ai personaggi della mitologia cavalleresca latina ma soprattutto non li rappresenta come clichè! Il personaggio di Salma è una donna indipendente, che combatte con un uomo al suo livello, non è una principessa che attende che qualcuno la salvi, è una ragazza spagnola con grande personalità. E il mio personaggio non è il machista che lo stereotipo vuole, anzi ammira la forza della controparte femminile.