Sorpresa alla 62esima edizione della Berlinale: l'Orso d'Oro è andato a Cesare deve Morire, il film degli italiani Paolo e Vittorio Taviani che non si può dire fosse tra i favoriti alla vigilia della premiazione.

La docu-fiction girata nella sezione di massima sicurezza di Rebibbia a Roma ruota attorno alla messa in scena del Giulio Cesare di Shakespeare con i detenuti come protagonisti: sarà Sacher Distribuzione a farlo uscire nei nostri cinema il 2 marzo.

I Taviani avevano già ottenuto due premi a Cannes: nel 1977 la Palma d'Oro per Padre Padrone, e nel 1982 il Grand Prix per La Notte di San Lorenzo.

La giuria guidata da Mike Leigh e composta, tra gli altri, anche da Jake Gyllenhaal, Charlotte Gainsbourg, Francois Ozon e Asghar Farhadi ha poi assegnato l'orso d'argento come miglior attore a Mikkel Boe Folsgaard e quello per la sceneggiatura a Nikolaj Arcel e Rasmus Heisterberg, entrambi per il film A Royal Affair di Nikolaj Arcel.

Premio della giuria all'ungherese Just the Wind di Bence Fliegauf, mentre l'orso d'argento alla regia è andato a Christian Petzold per Barbara. Rachel Mwanza ha vinto l'orso d'argento come migliore attrice in War Witch (Rebelle) di Kim Nguyen. I premi speciali del pubblico per il miglior film di finzione sono andati a Parada, Diaz e Xingu. Migliori documentari, invece, Marina Abramovic The Artist is Present, Call Me Kuchu e La Vierge, Les Coptes et Moi. Orso d'argento per il miglior contributo tecnico a Lutz Reitmeier per White Deer Plain.

Infine, l'orso d'argento speciale è andato alla svizzera Ursula Meier e al suo film Sister, infine l'Alfred Bauer Prize è andato al film in bianco e nero Tabu di Miguel Gomes: il riconoscimento premia il film più innovativo e stilisticamente ambizioso presentato alla Berlinale.