Joss Whedon ha parlato a SFX Magazine della sua pellicola d'imminente uscita, The Avengers. Il filmmaker ha rivelato al giornale le sue ispirazioni per il film e, accanto all'ovvio nome di Stan Lee, troviamo anche i meno scontati Buck Rogers e…Howard il Papero!

Ecco quanto rivelato dal regista:

Ho provato a pensare a nomi dei quali le persone erano meno consapevoli. Tutti mi hanno già sentito parlare innumerevoli volte di Stan Lee o Charles Dickens e tutte quelle altri artisti che hanno avuto una grande influenza su di me…

[Su Steve Gerber e Howard il Papero] Quando ho aperto il mio primo numero di Howard il Papero ero già abbastanza un geek della Marvel, tanto da conoscere l'Uomo Cosa e robe del genere. Ma non ero ancora del tutto pronto all'esperienza totale con Steve Gerber. Quando apri il primo numero di un nuovo fumetto e c'è il personaggio protagonista del titolo che contempla il suicidio e, ah si, PS, è un papero!…Beh, in quanto scrittore, ti ha già conquistato – la tua mente, il tuo cuore, la tua anima. Nessuno riesce a parlare dei loser come Steve. In particolare il suo lavoro su Howard il Papero e Defenders, quelli erani i perdenti dell'altrimenti luminoso e potente Universo Marvel. Steve utilizzava questi personaggi per prendere parte alla società dei fumetti Marvel, in maniera molto allegra e intelligente. Questa sua capacità, mi ha sempre stupito.

[Su Buck Rogers] Non sto parlando dello show tv, è inutile ai fini di questa conversazione. Parlo dei fumetti. Avevo un libro che conteneva una raccolta dei vecchi fumetti, cominciava dall'inizio e copriva un paio di anni di storie. Tutto quello che amo della fantascienza affonda le sue radici in Buck Rogers. Amo quello stile, quel tempo. Adoro le cinture per saltare, Wilma Deering e il suo elmetto da football di cuoio, il fatto che tutti avessero delle pistole laser. E andavano in giro su dei dirigibili! Punti extra! E il modo in cui riuscivano a lanciare un gancio alla fine della striscia, tanto da farti attendere con ansia il prosieguo della storia ogni…singolo…giorno. Affascinante. Molto old-fashion, azione in salsa pulp. Grandioso.

Inoltre, sempre dalle pagine di SFX, Whedon ha puntualizzato in maniera più circostanziata il suo approccio a Hulk:

D: Questa è la terza volta che la Marvel porta sullo schermo Hulk. Di cosa hai avuto bisogno per farlo al meglio?

R: Di parecchie cose. Di un Bruce Banner che non fosse solo ossessionato dai suoi problemi, un Hulk che non avvertisse solo il sangue e la carne, ma un'estensione di Banner che non fosse solo ruggente computer grafica. Un Hulk pericoloso, che potrebbe anche far male a qualcuno che ama, come nella tradizione dei film horror. E molto di più. E' stato il personaggio più difficile da fare, ma anche il più divertente. 

D: Cosa ha portato Mark Ruffalo al personaggio?

R: Mark è un uomo delizioso. Il suo banner è pieno di contraddizioni: è grazioso e impacciato, mite e sicuro di sé, erudito, ma pare provenire dalla classe operaia, divertente e triste. E le contraddizioni sono alla base della dinamica Banner/Hulk. E poi Mark assomiglia un po' a Hulk, quindi l'abbiamo costruito intorno a lui.

D: Nei Vendicatori non abbiamo personaggi classici come Scarlet e Visione. Ci sono altri Vendicatori che vorresti portare sullo schermo?

R: Un sacco. Praticamente tutti ad eccezione di Wonder Man. Non ho mai capito cosa ci stesse a fare…