Assieme a La finestra di fronte e Le fate ignoranti, Magnifica presenza è sicuramente il film più cittadino di Ferzan Ozpetek, ambientato tutto a Monteverde vecchio, in una casa antica che nasconde persone antiche. Con il film che aveva tra i protagonisti Giovanna Mezzogiorno e Filippo Nigro, però, Magnifica presenza ha anche un’altra parentela, ovvero l’idea di rileabora le conseguenze attuali di quello che è successo a Roma, tra i vicoli e nelle strade, durante la seconda guerra mondiale.

Stavolta però tutto viene da un’esperienza personale, lo racconta il regista stesso durante la conferenza stampa del film tenutasi a Roma:

In La finestra di fronte il vecchio pasticcere non doveva essere ebreo fin dall’inizio, fu qualcosa che decidemmo solo ad un certo punto. In seguito, quando poi il film uscì, una signora mia vicina di casa mi disse che nell’appartamento che abitavo c’era una mezza stanza  [come quella che si vede in Magnifica presenza ndr] in cui il padrone del palazzo nascondeva i dissidenti dal regime.

E quello del retaggio con il passato dell’Italia e come questo rimanga segnato sui palazzi, nelle case e nelle cose che non vediamo, è solo uno dei temi che vengono da un’esperienza vera.

Anche quella della presenza dei fantasmi infatti è un’idea presa dalla vita vera del regista:

Ho un amico che sostiene di aver visto fantasmi in casa. Come il protagonista me lo raccontava e io non sapevo che rispondergli, gli davo del matto e ne sparlavamo tra amici. Poi è successo che anche la sua donna di servizio si è spaventata sentendo dei rumori, indagando ha scoperto che nella casa erano morte, buttandosi dalla finestra, una mamma e una figlia durante i bombardamenti.

La storia però è un pretesto come ricorda Elio Germano, che nel film interpreta il protagonista, irrisolto nella vita privata e in quella professionale:

Trovo sia molto un film sull'orgoglio della fragilità e la rivendicazione della sensibilità. Viviamo in una società che ci porta a negare le nostre sensibilità, mi piace quindi questo personaggio abituato a stare solo che coltiva la sua fragilità, al contrario della cugina che indossa molte maschere diverse.

Non a caso il titolo doveva essere Magnifiche presenze, facendo riferimento ai suddetti fantasmi, poi però lo stesso Ozpetek ha pensato di metterlo alla prima persona singolare per dare l’idea che sia quella del protagonista la presenza magnifica:

C’era pure una battuta che doveva dire Beppe Fiorello alla fine del film, che riprendeva proprio quest’idea dicendo esplicitamente al personaggio di Elio che è lui la magnifica presenza. Poi però ci sembrava troppo e l’abbiamo levata.

Il resto del film invece è di Federica Pontremoli, l’altra sceneggiatrice assieme al regista, e degli attori, sempre molto ascoltati da Ozpetek che, come spiega Germano

ama gli attori e le loro perversioni che li portano a spaccare in 4 il personaggio. A me tuttora il personaggio sembra reale perchè con Ferzan abbiamo parlato moltissimo di lui, ci interrogavamo su come avrebbe reagito anche a cose che poi non sono nel film.

Non a caso una delle caratteristiche più curiose del protagonista, il suo attaccarsi agli album di figurine, viene da una vera mania di Elio Germano, riportata dentro il film dal regista non appena l’ha scoperta.