Nel momento in cui il regista di Alien e Blade Runner, due delle pellicole che hanno ridefinito il concetto di fantascienza cinematografica, torna a percorrere gli affascinanti sentieri di questo genere, è normale che si venga a creare un elevatissimo livello di aspettativa e curiosità.

Quando il "prequel di Alien" si è ufficialmente trasformato in Prometheus, tutti noi, addetti al settore e fan, abbiamo cominciato a domandarci il perché di questo nome e se, e come, il film si andrà a collegare alla leggendaria pellicola del 1979. Grazie ai vari trailer arrivati online (li trovate tutti tramite la nostra scheda del film), possiamo essere certi che in qualche modo i legami esistono e sono pure abbastanza lampanti. Eppure già dal  titolo, un richiamo alla figura del titano Prometeo, "colui che pensa prima", punito da Zeus per aver portato in dono il fuoco divino agli uomini, veniamo inevitabilmente portati a continuare con le congetture.

Attraverso una nuova intervista rilasciata al sito SMH, Ridley Scott continua a stuzzicare l'interesse dei fan con alcune interessanti, e sibilline, dichiarazioni sui personaggi, sui temi e sullo stesso titolo del film.

Vi proponiamo i passaggi più interessanti.

Hai parlato riguardo al fatto che questi film post-apocalittici vengono realizzati per raccontare la morte, la fine. Prometheus è il tuo tentativo di andare in direzione contraria, verso l'origine del tutto?

E' così. Devo stare molto attento ad evitare spoiler, ma è davvero il mio modo d'investigare l'origine della vita e quello che si cela dietro di essa. Questa gigantesca palla su cui siamo seduti in questo momento, esiste da un miliardo di anni o da tre? In un caso o nell'altro si tratta sempre di un sacco di tempo. Il nostro ritenere di essere i primi è solo arroganza. Siamo i primi ominidi? Dubito davvero fortemente della cosa. In ogni memoria più o meno recente, in tutte le leggende parliamo di luoghi fantastici come Atlantide. Di cosa si tratta? Come hanno origine queste storie? E' realtà? E' un qualche ricordo ancestrale? E se fosse esistita risalirebbe a qualcosa come 750,000 anni fa. Non ci sarebbe più nulla adesso, quindi come è stato creato tutto questo? Di cosa si trattava?

Come vengono affrontate queste tematiche dai personaggi del film?

Hanno diverse idee di quello di cui stavamo parlando prima – del non essere i primi – che naturalmente si tratta di un tema ben noto. Ma è sempre un'ottima tematica su cui è giusto interrogarsi. Dio esiste oppure no? Siamo su una capsula di Petri oppure no? E se la risposta è si, chi ci ha messo qui, chi ci sta studiando? Qual è l'entità, che non possiamo neanche immaginare perché trascende la nostra portata intellettiva, che regola il tutto?

James Cameron ha avuto un sacco di successo col mondo interamente digitale di Avatar. Prometheus ha un sacco di materiale reale. Pensi che gli elementi concreti siano migliori per un film?

No, penso che Jim abbia assolutamente innalzato il livello della cinematografia con quello che ha fatto, in termini di storia e realizzazione – Dio mio ha davvero una gran pazienza… quattro anni e mezzo di lavoro – io non avevo intenzione di addentrarmi in quel territorio e credo che neanche la Fox lo volesse. Ho avuto il motore che mi aspettavo. Ed è abbastanza spaventoso, mentre quello di Jim è un altro genere di film. Comunque, la verità dei fatti è che se sai quello che stai facendo puoi risparmiare. Gli effetti digitali non sono più economici. Abbiamo fatto Prometheus a un costo davvero ragionevole. 

Cosa significa il titolo per te?

La storia di Prometeo c'insegna che se ricevi un dono dalle divinità non devi abusarne e non puoi pensare di competere con loro. Prometeo viene sottoposto a questa punizione infinita, con un'aquila che ogni giorno gli divora il fegato che poi gli ricresce ogni notte. Una tortura senza fine. Sostanzialmente è questo il messaggio alla base: non cercare di fo**ere gli dei.