Nel 1963 uno squalo bianco gli mangiò metà parte del corpo durante un attacco marino. Una persona normale sarebbe diventata un montanaro. L'australiano Rodney Fox no. Sopravvissuto all'attacco è diventato uno dei più grandi esperti di squalo bianco del mondo specializzandosi in documentari e consulenze per produzioni cinematografiche.

Nel 1974 vengono chiesti i suoi servigi per un film diretto da un ventottenne di nome Steven Spielberg. Quello che la produzione vuole da Fox è la sua geniale gabbia d'acciaio che permette di osservare lo squalo bianco senza rischiare di essere mangiati. Abbiamo fatto una piccola chiacchierata con lui al telefono in occasione del restauro Universal del capolavoro di Steven Spielberg, che uscirà in Blu-Ray Disc il 22 ottobre in Italia e che abbiamo visto al Festival di Cannes.

Ricorda ancora l'attacco subito da quello squalo bianco?
Perfettamente. Avevo appena compiuto 23 anni. E' un miracolo che io sia sopravvissuto. Lo ricordo ancora oggi come un incredibile shock. E' stato come aver incontrato il diavolo in persona.

E quando è arrivato il “dopo”?
A circa un anno dall'incidente. Prima sono sopravvissuto, poi ho cominciato a vivere.

Nel 1965 lei completò la prima gabbia subacquea per studiare lo squalo bianco in condizioni di maggiore sicurezza. Cosa successe?
Cercai di fare tesoro di quello che mi era capitato e improvvisamente mi cominciarono a chiamare molte produzioni cinematografiche. Documentari e film.

Il primo non è Lo squalo…
No. Uno dei primi è Blue Water, White Death. Un documentario del 1971.

E poi arriva Spielberg…
Io non avevo idea del perché fossi stato contattato. Mai avrei immaginato che avrei partecipato a un film così epocale. Mi sentii molto privilegiato per essere stato chiamato da Hollywood. Questo lo ricordo molto bene. Era un film importante.

Quanto è stato sul set?
Sei settimane. Un periodo indimenticabile.

 

Ricorda le tensioni di Spielberg?
No. A me sembrava molto allegro. Ma poi ho letto che ebbe molti problemi sul set. Evidentemente il mio periodo di permenenza sul set è stato sereno per tutti.

 

Qual è l'aneddoto più buffo che ricorda di quella lavorazione?
Sott'acqua Spielberg usava spesso dimezzare le misure per via di problemi ottici legati alle riprese subacquee. Molto spesso le controfigure dei protagonisti potevano essere degli attori nani molto bravi. In un'occasione uno di questi professionisti – che sottolineo non erano dei sub particolarmente bravi – ebbe molti problemi con la mia gabbia. Insomma… stava per morire affogato perché non riusciva ad uscirne. Fu caotico. Vorrei ricordare il mio amico operatore Ron Taylor come decisivo in parecchie circostanze durante quella produzione.

Qual è ancora oggi il regalo più prezioso che le ha fatto quell'esperienza?
Aver costretto l'autore del romanzo da cui il film fu realizzato, Peter Benchley, a cambiare idea sullo squalo bianco.

In che senso?
Prima lo odiava perché non lo conosceva. Poi l'ho aiutato a conoscerlo meglio ed ha imparato a rispettarlo. Non troppo tempo fa eravamo a pescare di notte, io e Peter, e lui mi ha confermato questo pensiero. Peter Benchley, ora, ha un grande rispetto di questa maestosa creatura del mare.

Lo squalo le piace?
Sta scherzando? E' il più grande film sullo squalo bianco mai realizzato. Il film è fantastico. Ancora oggi.

 

TUTTI I DETTAGLI SULL'EDIZIONE BLU-RAY DISC DELLO SQUALO, IN USCITA IL 22 AGOSTO