Quando American Pie: Ancora Insieme è uscito nelle sale, vi abbiamo proposto un'intervista esclusiva a Chris Klein, l'interprete di Chris "Oz" Ostreicher. Un'occasione più che valida per parlare di come i personaggi del franchise siano cresciuti sul grande schermo. Ma anche un ottimo pretesto per parlare di rapporto sessuali con torte – si spera – consensienti, e della regina di tutte le MILF, l'abbondantissima mamma di Stifler di Jennifer Coolidge, vera e propria regina cinematografica delle navi scuola per giovani adolescenti pieni di…energia.

Dopo un ottimo risultato al box office italiano, segno che la saga ha ancora presa sul pubblico vecchio e nuovo anche grazie agli innumerevoli spin-off direct-to-video, American Pie: Ancora Insieme è da oggi disponibile nel mercato home video nazionale.

Tempo, quindi, di un'altra esclusiva. Questa volta, grazie alla Universal, abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare con il co-regista e co-sceneggiatore del film Hayden Schlossberg che, insieme al suo sodale partner artistico Jon Hurwitz, ha avuto il compito di ereditare il testimone i personaggi nati dalla penna di Adam Herz e portati al successo dai fratelli Chris e Paul Weitz.

 

 

AB: Sono un grande fan dei film grossout, delle commedie stoner e via di questo passo per cui conosco molto bene Harold & Kumar, perché le loro pellicole appartengono a un genere che apprezzo molto. Eppure il vostro franchise è arrivato in Italia solo in home video; peraltro il primo episodio, Harold & Kumar go to white castle, è stato ribattezzato American trip proprio per richiamare il franchise della torta di mele. Puoi raccontare ai nostri lettori come sei entrato nel mondo dello showbusiness?

HS: Sono andato a scuola con Jon Hurwitz, il co-regista e il co-sceneggiatore dei film do Harold & Kumar e di American Pie: Ancora Insieme. Eravamo entrambi dei grandi fan della commedia, cosa che ha influito sul nostro diventare amici. Amavamo i film, le commedie… vedere come queste riuscivano a far ridere la gente per novanta minuti, interessarsi ai personaggi, alle storie. Ma quando eravamo a scuola abbiamo realizzato che non c'erano davvero commedie oltraggiose che avessero come protagonisti dei ragazzi, avevano per lo più degli adulti. Amavamo Tutti Pazzi per Mary, ma aveva comunque dei personaggi più grandi di noi. Andavmo ancora a scuola e quindi ci piaceva l'idea di vedere dei film che avessero dei personaggi nostri coetanei. Così abbiamo cominciato a scrivere una sceneggiatura con quell'obbiettivo. E mentre stavamo scrivendo quello script ecco che American Pie arriva nei cinema. E abbiamo davvero amato quel film perché era esattamemente quello che avevamo in testa, ma, da un certo punto di vista, ci siamo anche sentiti un po' “sfidati”. Nel mentre avevamo venduto un paio di sceneggiature e alla fine è arrivato il primo Harold & Kumar che era un film simile ad American Pie nel senso che anche il nostro film aveva dei personaggi giovani, appena diplomatisi al college. Esplorava quella fase della vita, quando ancora non sai che fare della tua esistenza e trascorri il tempo seduto su una poltrona a guardare la tv. E quando ci hanno offerto l'opportunità di dirigere American Pie eravamo entusiasti al pensiero di lavorare con e a questi personaggi che ci ricordavamo da quando eravamo ragazzi.

 

AB: Quindici anni fa avevamo “solo” i fratelli Coen. Ora in quel di Hollywood i duo artistici stanno avendo un grande successo. Phil Lord e Chris Miller con il loro esordio nel cinema live action 21 Jump Street, i fratelli Russo si occuperanno del nuovo Captain America, i film e le serie tv di Alex Kurtzman e Roberto Orco, tu e Jon Hurwitz. E' i trionfo del lavoro di squadra? Perché è meglio avere due teste al lavoro su un film o una sceneggiatura piuttosto che una sola?

HS: Beh, non so se sia necessariamente meglio, ma sta di certo diventando più comune, proprio come dici tu. Ti dirò una cosa: quando hai a che fare con la commedia, è sempre meglio il poter sentir ridere qualcuno che ti fa capire se quello che fai è divertente. Se scrivi una sceneggiatura in solitaria, puoi ridere da te e sperare che quello che stai elaborando sia spassoso. Lavorare con un'altra persona ti permette di testare quello che stai facendo anche prima di metterlo su carta, è di certo una comodità, specie quando il tuo obbiettivo è far ridere la gente quanto più possibile. Più teste ci sono al lavoro, meglio è.

 

AB: Dopo aver dato forma al tuo, anzi al vostro franchise, tu e Jon avete avuto la canche di lavorare a una saga così amata e popolare. Come vi siete sentiti? Avevate paura d'incasinare tutto?

HS: Non eravamo spaventati o nervosi. Eravamo emozionatissimi. Anche se non avevamo scritto il primo film, sapevamo di conoscere molto bene questi personaggi, li amiamo tantissimo, e l'esperienza con Harold & Kumar ci ha insegnato ad avere a che fare con la scrittura dei e per i personaggi. Non si tratta solo di inventare delle battute o degli scherzi, ma d'intessere le relazioni fra di essi, di saper raccontare la loro amicizia. La qualità maggiore del primo American Pie erano i suoi protagonisti, coi quali il pubblico poteva entrare in sintonia. Portava il pubblico a dire “Ehi, ma questo sono io con i miei amici”. American Pie non è una nostra creatura, ma sentivamo già un senso di appartenenza, proprio perché facevamo parte del pubblico che l'ha trasformato in un successo.

 

AB: E' stato difficile girare un film capace di parlare sia al vecchio che al nuovo pubblico?

HS: Si, e penso che sia la sfida insita in ogni sequel. Hai una fanbase da rispettare, ma vuoi anche fare un film capace di reggersi sulle proprie gambe. American Pie è un importante franchise che piace a un sacco di gente e il nostro approccio è stato proprio quello di mettere in moto una “riunione di classe” che coinvolgesse anche il pubblico, basata anche sul senso di nostalgia. Ma anche se non si è visto il primo film speriamo che si sia comunque stabilita una connessione fra il pubblico e la storia. D'altronde si parla si un ritorno a casa dopo tanto tempo, del rivedere vecchi amici, tutte cose abbastanza universali che non implicano la conoscenza di altri film. Poi è chiaro, se sei un grande fan del franchise tutto lavorerà a un livello anche più elevato.

AB: Lasciamelo dire. Per me American Pie: Ancora Insieme è una commedia davvero riuscita. Ottimi tempi comici, attori in forma, i personaggi mostrano una crescita personale plausibile, ma i momenti più spassosi sono tutti per Stifler. Vi siete divertiti con questo personaggio?

HS: Si, si si! Assolutamente. La cosa grandiosa di Stifler è il suo essere il proiettile impazzito all'interno del film. Gli puoi far dire le cose più oltraggiose, offende le persone e se ne sbatte, è un character grandioso, uno dei più importanti nell'ambito delle commedie moderne. Nel primo American Pie aveva un ruolo quasi di supporto, ma poi ha avuto un impatto così forte. In questo film volevamo che fosse divertente, volevamo usarlo come strumento per far ridere la gente, ma volevamo anche che fosse un personaggio realistico, con cui stabilire un legame con la platea. Quando stava alle superiori ci sentivamo accomunati a lui, ma oggi? All'inizio del film lo vediamo piuttosto triste, non ha ancora trovato il proprio spazio nella vita, non gli piace il suo lavoro e ha un pessimo rapporto col capo. Abbiamo provato ad aumentare l'empatia con lo spettatore. E ci piace l'idea che il pubblico possa sentirsi solidale e vicino a questo stronzone. Poi è divertentissimo lavorare con Sean William Scott. Sa come far crepare la gente dal ridere.

 

AB: Bene, facciamo il gioco del "e se…?". C'è la possibilità di vedere un altro capitolo di American Pie? Mi pare che tanto il box office cinematografico, quanto quello dell'home video siano dalla vostra parte…

HS: Direi che la possibilità esiste. Sai come si dice in questi casi "tutto è possibile", ma è una situazione che potrebbe realmente accadere. La sfida maggiore è costituita dal fatto che il cast è composto da tanti attori ed è proprio complicato da un punto di vista pratico averli disponibili tutti insieme allo stesso momento. Ma tutti hanno avuto una bella esperienza con questo film e sono tutti desiderosi di farne un altro. Poi hai ragione, il film è andato bene per cui c'è una discreta chance di poterne fare un altro. Non posso dirti con certezza che ci sarà, ma ti posso dire che si, la possibilità c'è.

 

AB: Jon Cho collega Harold & Kumar e American Pie, dove interpreta uno dei due “ragazzi Milf”. Vi ha dato qualche consiglio sulla saga?

HS: No, ma è divertente perché è stata la prima persona a comunicarci che avrebbero fatto un altro Pie film. Già prima di girare Harold & Kumar Escape from Guatanamo Bay ci aveva detto che i fratelli Weitz erano intenzionati a dare vita a una “reunion” dei personaggi di American Pie. Io e Jon abbiamo pensato che sarebbe stato un film che avremmo visto volentieri. Poi abbiamo saputo che la Universal cercava degli sceneggiatori… E' stato bello rilavorare con Jon Cho perché aveva già familiarità con tutta la squadra di American Pie, dagli autori agli attori.

 

AB: Supponiamo che tu e Jon Dobbiate scrivere ora un nuovo “Pie movie”. Jim, Oz e tutti gli altri vivono qua e la per gli Stati Uniti, hanno già avuto la loro riunione di classe, quindi quale MacGuffin utilizzeresti?

HS: [Risate, ndr.] E' questa la sfida. Cercare di capire di cosa potrà parlare il prossimo film. Non vogliamo farlo tanto per fare. Nel caso si metta in moto vogliamo fare un buon film. Bisogna trovare un giusto pretesto narrativo per i personaggi. Fra American Pie: Il Matrimonio e questo sono passati molti anni, cosa che ci ha permesso di esplorare alcune sfaccettature. Questo sarebbe ambientato solo un paio di anni dopo, quindi le loro vite non saranno cambiate più di tanto. Abbiamo cercato di mettere in piedi delle situazioni alla fine della pellicola, ad esempio col padre di Jim e la mamma di Stifler, la mamma di Finch e lo stesso Stifler, quindi la barca ha iniziato a navigare solo che ancora non sappiamo dove sia diretta.

 

AB: In Italia il Blu-Ray uscirà il 19 settembre. Cosa possiamo aspettarci dalla versione Unrated?

HS: Nel Blu-Ray abbiamo delle versioni estese di alcune scene, passaggi che abbiamo dovuto eliminare per questioni di tempo, come ad esempio delle situazioni fra Jim e suo padre. Fra Stiffler e le donne in spiaggia. Fra il padre di Jim e la mamma di Stiffler. Ci sono delle cose molto divertenti che abbiamo potuto insierire. Più nudità, più papà di Jim, più Stiffler più di tutto insomma.