Magari a molti di voi la cosa non interesserà per niente, ma a metà degli anni novanta, quando ero solito indossare delle maglie, delle felpe e dei pantaloni di taglie esponenzialmente superiori alla mia, mi capitava parecchie volte di parlare con i miei amici di East Coast contro West Coast. Di artisti come i RUN DMC, i Beastie Boys, i Wu-Tang Clan, Tupac, Notorious B.I.G. Ognuno di noi aveva la sua opinione e c'era, naturalmente, chi preferiva gli appartenenti a una corrente hip-hop piuttosto che all'altra.

Mai avrei immaginato che un giorno sarei finito a discutere di New York, di hip-hop, di Adam Yauch e Ol' Dirty Bastard con Robert Fitzgerald Diggs, meglio noto come RZA, leader dei summenzionati Wu-Tang Clan.

BadTaste non si è improvvisamente trasformato in un website musicale, ovviamente. Lo spunto di questa chiacchierata è stato il suo esordio alla regia di un film, The Man with the Iron Fists, scritto insieme a Eli Roth e “patrocinato” da Quentin Tarantino. Una collaborazione, quella fra RZA e Tarantino, che affonda le sue radici ai tempi di Kill-Bill; Diggs ha infatti curato la colonna sonora della pellicola e, soprattutto, il bagaglio di effetti sonori del dittico tarantiniano. Già perché RZA è una sorta di enciclopedia vivente del cinema di arti marziali e, nella sua testa, sono archiviati migliaia di effetti sonori provenienti dalle pellicole più disparati e riapplicati poi, al momento giusto e nell'occasione più adeguata, nel revenge movie che narra la storia di Beatrix Kiddo.

Ed è stato proprio sul set cinese di Kill-Bill che il seme dell'Uomo con i Pugni di Ferro è stato piantato inizialmente. La pianta ha poi impiegato un po' di tempo prima di spuntare, germogliare e crescere, ma adesso la pellicola è uscita negli Stati Uniti e, fra fine novembre e fine febbraio, esordirà anche negli altri mercati europei e internazionali.

Ma adesso mettete via date e calendari e godetevi pure questa chiacchierata con The Baddest Man Alive.

Perché siamo così affascinati dai film d'arti marziali cinesi, lungometraggi che arrivano da una cultura così differente da quella occidentale?

Penso proprio che ognuno di noi, per lo meno chi apprezza questo genere di pellicole, sogni, in cuor suo, di essere un supereroe, un combattente provetto. Nello specifico i film di arti marziali sono un ottimo strumento che la gente ha per poter fantasticare su tutte queste cose. Io stesso amo vederli e ora ho avuto la possibilità di farne uno.

La prima volta che ho vista il trailer del tuo film ho pensato "Wow, è davvero badass”. Sai in italia ogni tanto usiamo questa parola perché ha un bagaglio di sfumature difficile da rendere con una nostra parola. E' giusto definire così la tua opera?

Si, badass decisamente (al che RZA scoppia letteralmente in una fragorosa risata). Penso sia estremamente badass e che sia giusto definirlo così. Dal mio punto di vista un film "badass" è un film divertente, in grado d'intrattenere il pubblico. Ragione per cui ho deciso di fare questo lungometraggio. Paghi il biglietto, compri i pop-corn ed è giusto che tu abbia la possibilità di divertirti al cinema.

So che spesso vai al Comic-Con per purr divertimento, magari indossando la tua maschera Bobby Digital, ma quest'anno sei stato li come ospite..

Diamine, si la mia maschera Bobby Digital!

Già, ti ho detto nel “fuori onda” che sono un tuo fan quindi so tutto. Come ti sei sentito dall'altra parte della barricata?

Sai sono un fan dei fumetti, dei film, quindi direi che anche dall'altra parte della barricata sono restato sempre un appassionato in visita. Manifestazioni come il San Diego Comic-Con sono sempre delle valide occasioni per ammirare le macchine di Batman, per scoprire le ultime novità in fatto di animazione giapponese. Mi rendo conto che talvolta possa essere difficile essere una celebrità e un fan, però cerco di provarci.

So che hai fatto un'enormità d'interviste nel corso della tua carriera, ma hai provato una sorta di tensione diversa essendo li come filmmaker?

Ero li per il mio film, ed era come essere incinto pronto a partorire una creatura da mostrare a tutti. Un film è sempre qualcosa di molto personale. E' proprio come quando ti ritrovi a essere genitore, vuoi che il tuo pargolo piaccia a tutti. Ma penso di essere stato un "buon genitore" di aver fatto un buon film, estremamente divertente.

Mentre preparavo l'intervista, ho letto che quando hai chiesto a Russell Crowe di participare al tuo film lui ti ha riposto "Penso che potrai farcela, ma sappi che io sono un attore serio. E' così che mi comporto perch non si tratta di un gioco". Queste parole mi hanno terrorizzato anche se ero comodamente seduto in salotto con il mio laptop…

E' un attore molto serio, rigoroso, ma tutti eravamo intenzionati a divertirci, a impiegare al meglio il nostro tempo per raggiungere questo obbiettivo. Per cui mi sono assicurato che quando Russell Crowe, e tutti gli altri, si sono ritrovati sul set del film avessero la possibilità di lavorare e divertirsi. E' importante per un regista che i suoi attori siano in grado di rivedersi sul grande schermo e pensare a quanto si siano divertiti nel girare il lungometraggio.

Come sei riuscito a coinvolgere tutti questi attori?

Ho ricevuto un aiuto molto prezioso dal responsabile del cast e avevamo delle persone di fiducia a Hong Kong, poi ho coinvolto un sacco di persone nella ricerca, gente nel business, amici, fratelli (nel senso "hip-hop" del termine, ndr.). I film sono sempre una questione di famiglia. Girando questo film tutti assieme, attori, tecnici, tutti loro sono entrati a far parte della mia famiglia.

Hai una grande esperienza nel trattare con le persone. Nel corso della tua carriera nel mondo dell'hip-hop hai avuto a che fare con un sacco di fratelli, quindi è come se avessi giocato per dieci anni 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a World of Warcraft: hai un sacco di punti esperienza. Questo background ti ha aiutato sul set?

(Risate, ndr.) World of Warcraft, bell'analogia! Far parte dei Wu-Tang Clan mi ha preparato in un certo senso al lavoro di regista perché ho avuto a che fare con tante persone, tanti fratelli, e ognuno aveva il suo diverso modo di fare. E te lo dico sinceramente amico, anche io ho la mia personalità con cui gli altri hanno dovuto rapportarsi. In situazioni come queste, che coinvolgono così tante persone bisogna mediare fra tutti questi elementi.

Come hai avuto l'idea per il film?

Nasce tutto da quando ero ragazzino, da quando guardavo i film di arti marziali e ci fantasticavo sopra camminando per le strade di Brooklyn. E' stato come esaudire un sogno d'infanzia. Ho dato forma alle mie fantasticherie.

Il primo seme del film è stato piantato sul set di Kill Bill non è vero?

Si è vero, è stato piantato in quella occasione. Vedendo lavorare Quentin ho deciso che anche io volevo mettermi alla prova come regista.

E' stato difficile trovare il budget?

Non è stato ne facile, ne difficile, diciamo una via di mezzo. Sai, tendo a essere una persona ok, positiva. Faccio della buona musica, dei buoni affari, quindi alla fine riesco a raggiungere i miei obbiettivi.

Tornando a parlare d'interpreti, nel tuo film c'è Lucy Liu che è un'attrice tanto brava quanto bella…

Ti piace parecchio eh?

Eh beh, direi di si. La cosa che apprezzo, al di la dell'estetica, è il suo riuscire a essere gentile e delicata, ma con uno sguardo che ti fa percepire tutta la sua forza, perfettamente esemplificata dal personaggio che interpreta nel tuo film, Madame Blossom, o anche dalla O-Ren Ishii di Kill Bill.

Lucy Liu è una donna davvero forte. E' molto bella. Un mix che ti manda letteralmente in palla e quando vedrete il film capirete anche voi perché. Ma c'è anche Jamie Chung che è una donna altrettanto bella e forte. 

Ti piacciono anche i film di genere italiani?

E' ovvio che li adoro. Non dico nulla di nuovo affermando che Sergio Leone è uno dei più grandi registi del mondo, ma ci sono davvero un sacco di film italiani che amo.

Puo dirmi i tuoi, facciamo cinque film preferiti?

No! Ne ho troppi.

Pensi che cinema e musica abbiano delle caratteristiche comuni?

Si, ci sono delle somiglianze fra i due media. Si basano entrambi sul ritmo in un certo senso. Io sono un musicista e nell'approcciarmi alla regia di questo film mi sono basato parecchio sull'aspetto musicale delle immagini che si fondono alla musica, talvolta sopra le righe, proprio come quello che accade sullo schermo.

Qual è stata la sfida più grande come regista?

A dire il vero è stata la musica, la colonna sonora del film. In qualità di regista dovevo essere molto oggettivo, critico nei confronti di quello che stavo facendo.

Tu e Tarantino site due kung fu-ologisti. Mi ricordo che negli extra di Kill-Bill raccontavi che a quell tempo avevate una sorta di strana gara che finiva sempre per vincere lui. Tu tentavi di stupirlo dicendo di possedere la VHS d'epoca di un certo film hongkoghese e lui ti rispondeva "Oh, si io ho la pellicola originale!". Nutri ancora la tua fame di collezionista?

Amico, sei come il Grande Fratello, ti ricordi e sai tutto! Certo, faccio ancora collezione e compro di tutto. Di continuo. Ora come ora sto guardando un sacco di film meno recenti, sto studiando per così dire. Non c'è una motivazie logica per la quale all'improvviso comincio a dedicarmi a determinate pellicole. Lo faccio.

Tarantino ti ha dato dei consigli? Più in generale qual è stata la lezione più grande che ti ha impartito gente come Ridley Scott o Jim Jarmusch?

La cosa migliore che posso dire di aver appreso da loro è l'essere preparato. Il conoscere perfettamente quello con cui stai per confrontarti. La preparazione è fondamentale quando vuoi cimentarti in qualcosa, pare una cosa banale da dire, ma è così.

Sei consapevole che The Man With the Iron Fists è un puro nerdgasm e che tutti gli spettatori qua e la per il globo cercheranno di scovare ogni più piccolo riferimento, ogni più oscura citazione perché a noi geek piace impiegare così il nostro tempo?

(Risate, ndr.) In bocca al lupo! La sfida sarà ardua perché in questo film ci sta davvero un sacco di roba. E' pieno zeppo di trucchetti che vi faranno esplodere la testa se avete intenzione di fare qualcosa del genere.

Hai in mente di girare un altro film?

Si, farò un altro film. Ho in mente un po' di storie, ma non ho fretta, mi prenderò del tempo per pensarci un po'.

In quanto amante dell'hip-hop ero curioso di chiederti cos'ha significato per te, come uomo e come artista, l'essere nato nella città che ha dato i natali al rap, alla breackdance, ai graffiti e, più in generale, a tutta la cultura hip-hop?

E' stata una benedizione l'essere nato a New York City mentre stava nascendo l'hip-hop. L'hip-hop è il fondamento della mia esistenza, uno dei punti fermi di tutta la mia vita. Ho iniziato con l'hip-hop quando avevo otto anni e posso dirti con sincerità che è la mia ragione di vita. Non sarei quello che sono ora.

Mentre preparavo l'intervista, mi sono imbattuto in questa bellissima foto di te e MCA dei Beastie Boys alla premiere di Kill Bill.

Ooooh, si, diamine. Che bella quella foto.

Che impatto ha avuto la morte di MCA sulla comunità hip-hop?

Sai ogni volta che… adesso che parliamo di MCA ripenso ovviamente anche a Ol' Dirty Bastard. Ogni volta che perdiamo un artista… Ti dirò una cosa amico. Siamo sette miliardi di persone su questa Terra. Proviamo a fare una stima per assurdo. Quanti saranno gli artisti in mezzo a questo enorme mucchio d'individui. Facciamo una decina di milioni? Non è un numero enorme in relazione al totale. Quindi quando se ne vanno delle persone come MCA o Ol'Dirty Bastard… trai da solo le conseguenze.

Un'ultima domanda: cosa ci dici del tuo co-sceneggiatore, Eli Roth?

E' un ragazzo estremamente intelligente, ma è davvero un pazzo. E' super-sveglio ed è davvero una brava persona, molto brava nel suo lavoro. Strano, se vogliamo. E' come il burro d'arachidi insieme alla cioccolata. Un accostamento bizzarro, ma gustoso.

In calce potete trovare il video dei The Black Keys feat. RZA del brano "The Baddest Man Alive" dalla colonna sonora dell'Uomo coi Pugni di Ferro. Per un biscotto della fortuna può accadere anche questo.