Star Wars e J.J.Abrams.

Una storia d'amore lunga una vita, potremmo dire. Il filmmaker, nonostante il suo coinvolgimento al franchise di Star Trek, che ha contribuito a riportare in auge, non ha mai nascosto di essere un grandissimo fan di Guerre Stellari. Il blog ufficiale della saga di George Lucas ha raccolto una serie di testimonianze di Abrams focalizzate proprio su questa relazione. Operzione quantomai appropriata dato che sarà proprio J.J. a dirigere Star Wars – Episodio VII.

Vi riportiamo, a seguire, la nostra traduzione delle citazioni più interessanti:

La prima memoria di Guerre Stellari (2006): La mia prima memoria starwarsiana risale a quando lessi le parole "Star Wars" nello Starlog Magazine. Pensai fosse un titolo strano. Ricordo di aver visto un concept poster preliminare del film realizzato da Ralph McQuarrie. S'impresse fortemente nella mia testa anche se non avevo la più pallida idea di che cosa fosse – ma mi pareva una roba davvero importante. La mia seconda memoria è relativa a quando l'ho visto a Westwood all'Avco Theater, nel primo giorno di proiezione. Tutto è cambiato da quel giorno.

Perché Star Wars continua ad avere tutto questo seguito (2006): Penso che sia tutto collegato al fatto che ognuno di noi si è sentito come intrappolato nella sua vita, con la certezza che qualcosa di straordinario fosse in attesa appena svoltato l'angolo. Un fatto drammatico e tragico come quello accaduto agli zii di Luke è una storia toccante che avrebbe potuto essere ambientata anche in una fattoria nel bel mezzo degli Stati Uniti e risultare altrettanto commovente. E il fatto che finisce per essere la chiave di volta per evitare questa tragedia galattica è come veder esaudito questo desiderio. Va a colmare il nostro bisogno universale di riuscire a trovare un significato, uno scopo più grande di quello che avremmo mai immaginato per questi accadimenti.

Sull'influenza avuta su di lui da parte di George Lucas (2006): Non so quante volte, nello sviluppo delle mie storie, ho fatto riferimento a Guerre Stellari. Certo, in quanto fan di Joseph Campbell e dell'impiego del mito nello storytelling potresti arguire che si tratta di un paradigma classico, ma si tratta di un linguaggio comune, condiviso, dato che tutti conosciamo Star Wars. Mi risulta difficile trovare un momento nell'elaborazione di una storia per Lost, Alias o Felicity in cui non ci fosse una sorta di riferimento al triangolo amoroso dell'Episodio IV o alla battaglia fra il Male e il Bene che attraversa tutta la saga. Guerre Stellari è, con tutta probabilità, il film che ha influenzato maggiormente la mia generazione. E' la personificazione della guerra fra male e bene e il modo in cui ha introdotto al mondo tutto questo, attraverso un'avventura spaziale, ha lasciato su di noi un'impronta indelebile, così come il western con i nostri genitori.

La visione della Vendetta dei Sith (2006): Sono rimasto più colpito alla fine della pellicola, quando ritorniamo su alcuni dei set della nave spaziale che avevamo già visto nell'Episodio IV. Sono rimasto sorpreso dalla bella sensazione dell'essere tornato a casa. Considerata tutta la portata di quanto visto in precedenza, c'era qualcosa d'incredibilmente soddisfacente, caldo, rassicurante nell'essere ritornato in quei corridoi bianchi che hanno come riacceso quelle sensazioni avvertite la prima volta che vidi Star Wars.

La famosa t-shit da camionista col Bantha (2006): Quando Damon Lindelof è entrato per la prima volta nel mio ufficio, non stava indossando una semplice t-shirt di Guerre Stellari, ma una maglietta originale di Star Wars. Sapevo che non si trattava di un qualche acquisto vintage, ma che era proprio sua. Ho capito subito che eravamo come due fratelli smarriti che si erano appena reincontrati.

La storia di Anakin Skywalker (2006): Ovviamente la sua caduta era inevitabile, è un elemento che avevamo già appreso dalle pellicole precedenti. Sai che accadrà, ma osservare la dinamica della cosa è davvero drammatico. Per me è affascinante perché sono cresciuto in un'epoca in cui i ragazzini s'identificavano in Luke Skywalker, mentre i miei figli si rapportano a Anakin. C'è un'interessante commento di carattere sociale da fare. Quando ero piccolo io, l'eroe era un ottimista giovane neofita che intraprendeva questo viaggio di formazione, mentre l'eroe delle nuove generazioni è questo ragazzo dalla volontà e dall'ambizione così ferree che finisce per essere vilipeso, e, a causa del suo ego e del suo cuore spezzato, si trasforma nel villain che la mia generazione ha combattuto.

Sulla direzione che, secondo lui, Star Wars dovrebbe intraprendere (2008): Il mondo di Star Wars ha assunto delle dimensioni incredibilmente vaste, non solo per via del differenti media in cui si è palesato, ma anche grazie alle possibilità visive consentite dalla tecnologia e la Industrial Light & Magic ha delle capacità notevoli in tal senso. La cosa che preferisco di Star Wars è la sua capacità di dare forma a delle storie molto intime, personali, emozionali calate in un contesto di battaglie e conflitti di massive dimensioni planetarie. Quello che mi piacerebbe vedere è una storia su dei personaggi che m'intrattengono e a cui tengo in modo intensa, e constatare come questa vicenda continui a restare focalizzata su questi elementi, piuttosto che limitarsi a quella pirotecnica di elementi che rende Star Wars così spettacolare. Se si tratterà di uno show televisivo, sarebbe fantastico. Se sarà una serie animata mi andrà benissimo. Se si tratterà di uno show radiofonico, di un videogame o di un'avventura online – insomma, qualunque cosa sarà – mi piacerebbe scoprire in questo vasto universo personaggi capaci di farmi provare emozioni analoghe a quelle provate con Luke, Leia e Han Solo.