Come avrete notato dalle foto pubblicate sui nostri social, ieri è stato presentato a Roma Monsters University, il nuovo cartoon Pixar Animation Studios in uscita il 21 agosto in Italia in almeno 700 sale.

Per l'occasione erano presenti il regista Dan Scanlon e la produttrice Kori Rae, e i comici Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, che doppiano il simpatico mostro a due teste Terry & Terri.

Prossimamente vi proporremo la nostra videointervista a Scanlon e Rae, intanto vi riportiamo il resoconto dell'incontro con la stampa:

Il fatto che Monsters University sia un prequel quali difficoltà ha comportato nello sviluppo della storia?

Rae – Non appena abbiamo deciso di tornare indietro nel tempo e focalizzarci sull'amicizia tra i due protagonisti di Monsters & C., abbiamo capito che ci trovavamo davanti a una grande sfida: quando la gente sa già come andrà a finire una storia le cose sono più complicate. Dovevamo quindi assicurarci di portare qualcosa di nuovo nel nostro film.

Scanlon – Dovevamo essere sicuri che un prequel ci avrebbe aiutato a realizzare un buon film. Avremmo spiegato come era stato raggiunto il risultato del primo episodio, e anche per quale motivo Mike – che è il protagonista vero e proprio della storia – voleva a tutti i costi andare a lavorare alla Monsters & Co.

Come avete deciso di entrare nel mondo dell'animazione?

Rae – Sono entrata alla Pixar come assistente 20 anni fa, e mi sono resa conto che era il posto ideale, il mondo in cui volevo lavorare. Alla fine ho scalato diverse posizioni e sono diventata produttrice.

Scanlon – Sono cresciuto disegnando e amando il cinema, facevo i miei film di animazione con la telecamera 8 mm, studiavo arte e illustrazione. Ho lavorato per una piccola compagnia e poi sono entrato nello story department della Pixar nel 2001, lavorando prima a Monsters & Co, poi a Cars, Toy Story 3, sempre nello story department, e poi ho diretto questo film.

Quando avete iniziato a progettare il film quali sono stati i punti cardine del franchise che avete scelto di mantenere, e invece cosa avete cambiato?

Scanlon – Volevamo approfittare degli avanzamenti della tecnologia e rendere il film il più ricco possibile dal punto di vista visivo. Ma non volevamo renderlo meno famigliare, quindi il character design è rimasto molto simile, i personaggi hanno mantenuto una grande semplicità nel loro design e nei colori, anche se sono estremamente dettagliati.

Quando avete deciso di realizzare questo film la vostra prima idea è stata quella di fare un prequel ambientato nell'università o avete avuto anche altre idee?

Scanlon – In realtà in un primo meeting abbiamo esplorato varie idee di sequel e spin-off, ma non erano molto eccitanti, quindi abbiamo deciso che per il momento volevamo fare un film che esplorasse la nascita del rapporto tra i due protagonisti. Abbiamo poi scelto l'idea dell'università perché in questo modo potevamo anche esplorare tutto quello che li circondava: la loro vita, il divertimento nei college, il loro passato, ma anche il tema di cosa succede quando quello a cui tu miri tanto non si realizza, e che a volte andarsi a scontrare contro un muro può servirti di più, paradossalmente.

Tra le decine di mostri che avete creato quale è stato il più divertente e il più complicato da realizzare?

Rae – Il più complicato come design è stato senza dubbio il rettore della scuola, lei doveva sembrare autorevole e, al tempo stesso, la più spaventosa tra tutti i mostri, pur rimanendo credibile. Il suo design è stato difficile.

Scanlon – Art è il personaggio più divertente, è il tipico tizio molto bizzarro che non si capisce mai cosa pensa e cosa sia. La sua animazione è stata difficilissima.

In base a cosa la Pixar dà il via a un progetto, e che fine ha fatto il film intitolato Newt?

Rae – C'è un processo in cui il regista propone una idea al gruppo di "cervelloni". Ne parliamo tutti insieme. Poi decidiamo se vale la pena spingere un film. A quel punto realizziamo un trattamento. Ci muoviamo in maniera incrementale: meeting dopo meeting vediamo a che punto si trova il progetto e se vale la pena andare avanti. Nel caso di Newt, Lasseter pensa che se un film non è nella posizione giusta a un certo punto dello sviluppo, non si va avanti. Non era il momento giusto per Newt, e non era messo nel modo giusto. Potrebbe tornare in futuro, però.

Alcuni dei mostri del film sembrano dei Muppet. E' un riferimento voluto?

Scanlon – Non è intenzionale: i nostri mostri devono essere amichevoli e il fatto che siano colorati può ricordare i Muppet. Ma la nostra idea, quella di Pete Docter, era basata sui disegni dei bambini, che sono sempre molto colorati e accesi.

Per sviluppare le scene al college avete fatto riferimento ai college movie americani? Mi riferisco in particolare ad Animal House.

Scanlon – Abbiamo visto molti college movie ma non abbiamo preso ispirazione da uno in particolare, volevamo avere un po' di anni ottanta perche tutti i film di quel tipo sono inspiegabilmente ambientati negli anni ottanta, ma abbiamo anche basato il film sui nostri ricordi. In particolare con Mike, perché alla Pixar siamo tutti un poco Mike. Mike arriva al college ed è subito intimidito, quasi travolto: prende coscienza del fatto che la vita e i sogni sono più difficili da raggiungere di quello che uno pensa.

Quali avanzamenti in campo tecnologico avete fatto in questo film?

Rae – In termini di tecnologia per noi era importante l'illuminazione. Abbiamo un nuovo strumento, la global illumination, che ci permette di ottenere la ricchezza sia nell'aspetto metereologico che una illuminazione realistica. Dan e il lighting design department hanno lavorato molto alla luce per raccontare questa storia. L'altra tecnologia inedita è stata sviluppata per gestire l'enorme quantità di personaggi: dovevamo popolare l'Università, e quindi abbiamo lavorato a sistema per farlo. Abbiamo creato molti nuovi strumenti anche per la gestione della pipeline.