"Ehi tu porco, levale le mani di dosso!".

Una frase a dir poco storica pronunciata dal George McFly di Crispin Glover nel primo Ritorno al Futuro. Come è noto, l'attore non è tornato a recitare questa parte nel secondo capitolo del leggendario franchise di Robert Zemeckis. Al suo posto, Jeffrey Weissman con addosso un make up modellato sulle sue fattezze.

Nel corso del tempo, le risposte alla domanda circa la sua mancata partecipazione al film sono state tante; il più delle volte cambiavano a seconda della persona cui veniva posta la domanda (c'è chi parlava di soldi, chi di cause legali, mancato interesse nel prendervi parte e via di questo passo).

Movies.com segnala adesso una nuova intervista a Crispin Glover (risalente a un paio di mesi fa) in cui, inevitabilmente, si parla di una questione legata a una saga che, nonostante gli anni che ci separano dalla sua fine, è ancora adorata da milioni di persone.

Si comincia proprio con la sua "sostituzione avvenuta senza permesso" che ha effettivamente portato Glover e la produzione del film in tribunale in una causa vinta dall'attore che è riuscita poi a tutelare da azioni del genere tutti gli attori d'America:

Avevano preso un calco della mia faccia dal vecchio make up del primo film e poi hanno appiccicato le protesi sul volto di un altro attore inframezzando il tutto con alcuni passaggi presi da Ritorno al Futuro I in maniera tale da convincere il pubblico che ci fossi anche io. Se avessi recitato quella parte l'avrei fatto in modo diverso, non mi è piaciuto molto come è stata fatta. Mi da ancora fastidio che le persone pensino che sia io. 

Andando dritto al nocciolo della vicenda, perché Glover non ha preso parte al capitolo due?

Stavo facendo delle domande che non piacevano al regista e alla produzione. C'era un finale differente… avevo dei dubbi in merito ed è stato cambiato. Girava tutto intorno al denaro e al modo in cui i personaggi si rapportavano ad esso. Dissi a Robert Zemeckis che non mi pareva una buona idea far avere ai nostri personaggi questa specie di premio in denaro. Veniva trasmessa la morale del "se hai i soldi allora sei felice". Ma la vera gratificazione doveva essere l'amore. Queste mie domande hanno fatto andare fuori di testa Zemeckis. 

Quanto alla questione monetaria, spesso cavalcata dal produttore e co-autore Bob Gale, rivela:

Il fatto che avevo chiesto lo stesso quantitativo di soldi di Michael J. Fox è una invenzione totale. Volevo essere nel film, ma mi avevano offerto un compenso inferiore alla metà di quello dato a Lea Thompson e Tom Wilson, che avevano un ruolo paragonabile al mio, e semplicemente mi pareva poco corretto.

In calce trovate il video dell'intervista: