In maniera abbastanza curiosa, Shining di Stanley Kubrick è stato uno dei protagonisti di questo 2013.

Da una parte l'uscita del documentario "Room 237" che avrebbe (il condizionale è d'obbligo) mostrato e interpretato i veri intenti narrativi di Kubrick, dall'altra le parole di Stephen King che durante la promozione del sequel del romanzo, Doctor Sleep, lo ha definito, fra le altre cose, come profondamente misogino.

Adesso nel bel mezzo di questa bagarre entra anche David Cronenberg con un'intervista rilasciata a margine della mostra del TIFF Cronenberg: Evolutions.

Il regista di Inseparabili e La Promessa dell'Assassino che nell'estate del 2012 si era attirato addosso l'ira dei dan di Christopher Nolan per le sue discutibili opinioni in materia di cinecomic, ha riferito al Toronto Star che i suoi film sono di certo più personali di quelli di Kubrick e che il filmmaker americano non capiva proprio i meccanismi del genere horror:

Sono un regista più intimo e personale di quanto Kubrick non sia mai stato. E' per questo che per me Shining non è un gran film. Non capiva l'horror e non sapeva cosa stava facendo. C'erano alcune immagini d'impatto nel romanzo e le ha riprese, ma non l'ha fatto con convinzione (…) In una maniera abbastanza strana, anche se viene riconosciuto e acclamato come un regista di altissimo livello artistico, era molto più orientato all'aspetto commerciale e a lavorare su progetti che ottenessero finanziamenti. Era ossessionato da tutto ciò, in una maniera che a gente come me, Fellini o Bergman non ha mai interessato.

A questo punto, il dibattito è aperto e v'invitiamo a discutere la cosa sul nostro Facebook a questo link.