Che la Nuova Zelanda sia diventata la frontiera del cinema blockbuster americano è cosa già nota: dopo il successo del Signore degli Anelli, nell'ultimo decennio la Weta Digital e gli studi di produzione di Peter Jackson (ma anche altri teatri di posa nell'Isola del Nord) sono stati utilizzati per produrre e post-produrre diversi kolossal, incluso Avatar (che è stato realizzato in parte a Wellington e in parte a Hollywood). Questo non solo per il know-how e i teatri di posa all'avanguardia, ma soprattutto per gli sgravi fiscali e il costo del denaro inferiore.

Tuttavia è proprio a causa dell'apprezzamento del dollaro neozelandese che Lo Hobbit ha rischiato di non essere realizzato in Nuova Zelanda: qualche anno fa, quando Peter Jackson ha accettato di dirigere il kolossal multi-film, la Warner Bros. ha accettato di mantenere la produzione dove era stata concepita dopo che il governo ha approvato una nuova, ingente tranche di sgravi fiscali, forte del fatto che in un periodo di crisi una produzione così colossale avrebbe fatto molto bene non solo al commercio e all'industria locale, ma anche al turismo (e così è stato).

E' con questo spirito che il primo ministro neozelandese John Key ha annunciato oggi assieme a James Cameron, a Jon Landau e Paul Hanneman della 20th Century Fox, di aver firmato un memorandom di accordo perché i tre sequel di Avatar vengano realizzati in Nuova Zelanda. La produzione investirà almeno 500 milioni di dollari nella realizzazione dei tre film: un'ottima notizia per l'industria cinematografica locale alla luce dei timori per la fine della lavorazione dello Hobbit. Ovviamente, in cambio il governo neozelandese approverà nuovi incentivi.

Non è un caso, comunque, che Cameron abbia comprato casa da qualche tempo a Wairarapa:

Mi fa molto piacere sapere che nei prossimi anni molto del mio lavoro potrò svolgerlo direttamente qui.

La Weta Digital, ha spiegato il regista, è già al lavoro sui film:

E' importante per tutti quanti che si sappia che questo accordo non si limita soltanto ai film di Avatar. Vogliamo provare a dare uno slancio all'industria cinematografica neozelandese, incubare nuovi talenti e sviluppare nuove proprietà intellettuali.

 

Ovviamente Cameron ha ammesso che il motivo per cui è stata scelta la Nuova Zelanda è la combinazione di incentivi, abilità e forza lavoro, e che essendo amico di Peter Jackson si organizzerà con lui per evitare che grosse produzioni cinematografiche non si sovrappongano nello stesso periodo di tempo, in modo da non creare una saturazione. "La Nuova Zelanda," ha aggiunto Hanneman, "Offre un supporto senza precedenti a kolossall di queste dimensioni".

Secondo quanto riportato dal New Zealand Herald, gli sgravi fiscali dei quali beneficeranno i sequel di Avatar si aggireranno intorno al 25% (sono appena passati dal 15% al 20%, con un ulteriore 5% per produzioni che possano portare reale beneficio all'economia del Paese). Come per Lo Hobbit, l'accordo prevede una promozione della Nuova Zelanda legata al film e il coinvolgimento principalmente di impiegati locali. La 20th Century Fox si impegna quindi a girare in Nuova Zelanda la maggior parte delle inquadrature in live action e realizzare la maggior parte degli effetti visivi, a coinvolgere una troupe al 90% composta da neozelandesi e al tenere in Nuova Zelanda almeno una delle tre premiére mondiali.

Per quanto riguarda il cast, già sappiamo che torneranno i protagonisti del primo film, incluso Stephen Lang.

Le riprese dei tre film, scritti da James Cameron, Josh Friedman, Rick Jaffa & Amanda Silver e Shane Salerno, si terranno in un'unica soluzione nell'arco di un anno a partire dall'inizio del 2014. L'uscita è prevista per il dicembre del 2016, 2017 e 2018.