“Ci lamentiamo di continuo degli spettatori sempre più invadenti, ma la maggior parte di noi sente una fitta di dolore quando entra in una sala cinematografica vuota”.

 

Fra qualche mese Christopher Nolan sarà nei cinema con la sua ultima fatica, Interstellar. Il film beneficerà di una release limitata in “vecchio stile” nelle poche decine di cinema IMAX dotate di proiettore in pellicola.

Nolan, da sempre attento agli sviluppi e alle potenzialità offerte dal mezzo cinematografico, ha parlato del futuro della settima arte in un editoriale pubblicato dal Wall Street Journal.

Secondo lui, si andrà realmente incontro a un percorso accidentato che, però, offrirà anche svariate opportunità e possibilità ai registi e, più in generale, a chi si occupa di cinema.

Uno degli assunti principali del regista è che l'offerta filmica diventerà sempre più simile dei “canali fra cui scegliere” in cui le opere con rating più alto avranno un maggior numero di proiezioni, mentre quelle con un apprezzamento più basso verranno mollato rapidamente.

Il distributore o il proprietario del cinema (tutto è subordinato alla vitale domanda del “chi controlla il telecomando?”) sarà in grado di cambiare instantaneamente il contenuto proposto. Un matineé del venerdì mattina andrà a determinare se ci sarà la proiezione serale o se, magari, il proiettore ridarà spazio al blockbuster della settimana precedente. Il processo potrebbe addirittura essere automatico in base ai biglietti venduti, per correttezza (…) L'innovazione si sposterà interamente verso il mondo dell'home entertainment; i cinema restanti serviranno esclusivamente come luoghi di aggregazione per eventi con una forte presenza di fan o marchi molto forti.

Ma secondo Nolan non si tratta di una contingenza destinata a durare:

Questo è il futuro tetro verso cui sta puntando l'industria, ma anche se ci ritroveremo effettivamente in questa situazione, non durerà. Nel momento in cui i film non potranno più essere definiti dalla tecnologia, verranno smascherati gli elementi fondamentali – l'atemporalità, la spiritualità, l'esperienza condivisa di queste narrazioni. Il pubblico deciderà di dare i propri soldi a quei cinema, a quelle major, a quei filmmaker che daranno valore all'esperienza cinematografica creando un'affascinante distinzione netta dall'home entertainment – proprio come le battaglie del passato contro la tv combattute col widescreen e l'audio multitraccia.

Il cinema del futuro sarà anzi più grande e spettacolare che mai:

Verranno usati formati di presentazione costosi, impossibili da avere in ambiente domestico – come paradossalmente la pellicola. Ci sarà modo di godere appieno di questa esclusività, perché gli studios reimpareranno anche a gestire in maniera scaglionata le loro opere.

Il regista della Trilogia di Batman è anche sicuro che, nella ridda delle previsioni disfattiste secondo le quali ormai non c'è più nulla da scoprire in ambito cinematografico, si leveranno delle voci originali:

Accadrà come all'inizio degli anni '90, quando anni di pessima gestione dei Multiplex hanno inacidito l'attitudine del pubblico verso i film. Poi un giovane regista di nome Quentin Tarantino ha sfondato nelle sale proprio grazie alla sua profonda consapevolezza del passato della settima arte e il suo istinto con cui ha riportato il cinema al suo posto legittimo, a capo della cultura popolare.