Quando ho deciso, rosicchiando qualche giorno di pausa tra i miei miei pressanti impegni di psichiatra, di prender parte a questo tanto celebrato Festival di Venezia, mi ero in cuor mio già rassegnato a una prospettiva di sapori ben più mesta di quella a cui la mia cucina mi ha abituato – per non dire viziato.

hannibal variety

Hannibal Lecter ci tiene a ringraziare Stefano Giaquinta & Starwood Hotels per l’invito

È stato quindi una sorpresa più che mai gradita il menu del Variety Opening Party, tenutosi ieri sera presso l’Hotel Danieli (il cui invito mi ha lusingato e onorato, essendo lettore affezionato e assiduo della celebre testata). Su una terrazza affacciata sulla pittoresca laguna, illuminata da colori fluo – il mio gusto personale avrebbe preferito qualche candela e toni più classici, ma non è il caso di lamentarsi – si è snodato un percorso di sapori che rievocavano film musicati dal presidente di giuria di quest’anno, Alexandre Desplat (Philomena, Syriana, Il Curioso Caso di Benjamin Button, Grand Budapest Hotel sono solo alcuni titoli del suo impressionante curriculum vitae) e, al contempo, suggestioni culinarie  di paesi lontani.

Non senza nostalgia, ho alternato il sapore delicato dei blinis al caviale a quello più marcato del manzo alla Stroganoff; al gusto un po’ lezioso del risotto al cioccolato bianco, si è accompagnato quello ben più stuzzicante dei gamberi caramellati alla Pina Colada. Qualche grande classico della mia amata cucina francese, come l’intramontabile quiche lorraine, e qualche gustosa imprecisione – un ottimo tortino al salmone  spacciato per tortino di granchio, e sono sicuro che palati ben meno raffinati del mio abbiano notato l’errore.

Ho sofferto, in cuor mio, la mancanza di accenni alla cucina giapponese, da me tanto apprezzata: ma, vale la pena ripeterlo, l’estasi del palato ha avuto la meglio su qualunque malinconica assenza.

Chapeau, infine, al comparto dolci. Fra una foresta di macaron impilati  – presenze immancabili e un poco banali, mi ripetevo mentre ne degustavo un paio – il mio sguardo è stato catturato dalla deliziosa millefoglie al pistacchio, scelta raffinata quanto originale. E su tutte le colorate, preziose miniature dei piccoli tiramisù, sulle squisite mousse di frutti di bosco e sulla sontuosa Sacher torte, si staglia la sublime kaiserschmarrn, la burrosa frittata guarnita di uvetta che, a mio modesto avviso, rappresenta uno dei retaggi più gloriosi dell’Impero Austro-Ungarico.

 

 

A causa di un recente periodo di particolare stress, ho preferito astenermi quasi del tutto dalle bevande alcoliche; tuttavia, ciò non ha impedito ai miei sensi di captare l’ottima qualità dei cocktail, degli spumanti e dei liquori serviti durante il ricevimento – eccezion fatta per qualche champagne, offerto a temperatura lievemente sopra la norma.

In conclusione, posso dirmi del tutto soddisfatto da questa prima serata veneziana. Confido che sia il degno antipasto di un menù via via sempre più stimolante per il mio palato; e chissà che, un giorno di questi, non possa contribuire io stesso a uno di questi banchetti in laguna, magari con una delle mie peculiari, esclusive ricette rigorosamente NON vegetariane.

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